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Acqua e cenere rischiano di piegare il Guatemala

12 Giugno 2018

Presenti sul campo dalle prime ore dell’emergenza, i nostri team stanno rispondendo ai bisogni più immediati della popolazione colpita, fornendo acqua e servizi igienici di base nei centri di evacuazione, dove continuano ad arrivare persone.

Il governo guatemalteco infatti ha chiesto aiuti umanitari internazionali, dal momento che l’entità del disastro sta superando le risorse del Paese.

NUOVE MINACCE

Non ci si aspetta che nuove eruzioni del Volcán de Fuego causino danni e vittime come quelle prodotte durante il primo giorno, poiché le comunità a rischio sono già state evacuate. Tuttavia, esiste attualmente un rischio crescente di lahar e inondazioni che va ben oltre l’area direttamente interessata dalle recenti eruzioni.

Le possibili inondazioni durante l’attuale stagione delle piogge possono portare all’evacuazione e al deterioramento dei mezzi di sostentamento di un numero molto più grande di persone. I Comuni nel bacino inferiore sono già stati colpiti da gravi inondazioni in passato, come quelle causate dalla tempesta di Ágata nel 2010. “In questo contesto, stiamo dando priorità alla preparazione per questo tipo di emergenza, alla luce dell’elevata probabilità di inondazioni in qualsiasi momento lungo da giugno a novembre,” spiega Victor Velasco, leader del team di emergenza di Azione contro la Fame che si occupa degli sfollati nell’area della catastrofe. Tra le misure di preparazione, è importante sapere più in dettaglio quali comunità possono essere colpite dallo straripamento dei fiumi in cui scorre ora una miscela di acqua e cenere, identificare le rotte di evacuazione e i punti sicuri in cui la popolazione può rifugiarsi in caso di allerta e proteggere i sistemi idrici e i mezzi di sussistenza dall’arrivo delle acque.

AUMENTA IL NUMERO DI PERSONE EVACUATE
Il numero di persone ospitate nei rifugi di emergenza è cresciuta negli ultimi giorni e ha già registrato più di 4500 individui. “Negli alloggi temporanei ci sono evidenti carenze dal punto di vista igienico-sanitario. E’ necessario affronatre le questioni igieniche fin da subito, perché il numero di persone ospitate nei rifugi continua a crescere e il sovraffollamento potrebbe diventare un problema serio già nei prossimi giorni“, ha detto Velasco. “Stiamo lavorando per rispondere a queste esigenze attraverso l’installazione di servizi igienici, docce portatili e punti di lavaggio, nonché l’attuazione di campagne di promozione dell’igiene. D’altra parte, abbiamo scoperto che l’accesso all’acqua nelle comunità è più complicato del previsto. La quantità di detriti e ceneri accumulata dai flussi piroclastici ha contaminato i punti di rifornimento. “

MEZZI DI SOSTENTAMENTO DISTRUTTI
L’eruzione del Volcan de Fuego e i flussi di lahar hanno danneggiato se non distrutto le colture e il bestiame, con un impatto molto negativo sui mezzi di sostentamento di alcune delle comunità più colpite nella regione, nei tre dipartimenti di Chimaltenango, Sacatepéquez e Escuintla. Allo stesso modo, i flussi di cenere e lava (lahar) limitano l’approvvigionamento di cibo alle comunità evacuate.

Gli aiuti stanno raggiungendo l’area interessata dal flusso piroclastico (e dalle popolazioni sfollate), tuttavia, non questo non è ancora possibile dove sono caduti i tephra (frammenti solidi di materiale vulcanico emessi durante l’eruzione vulcanica) e ceneri, che stanno colpendo le colture di caffè e mais. “Data questa situazione, stiamo valutando l’importanza di trasferimenti monetari a quelle famiglie o comunità in cui il raccolto è stato totalmente o parzialmente perso, tenendo conto che l’area interessata dalle ceneri è significativamente maggiore di quella dei flussi piroclastici”, afferma Víctor Velasco.

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