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Coronavirus: le nostre misure adottate per far fronte all’emergenza

14 Marzo 2020

Coronavirus e malnutrizione

Al momento, pochi tra i Paesi in cui opera Azione contro la Fame hanno casi verificati di contaminazione, ma i numeri cambiano quotidianamente. Nonostante non sia ancora possibile analizzare un impatto del virus su individui già malnutriti, possiamo prevedere che – come nel caso della malaria o di altre epidemie come l’ebola – se le persone sono colpite da COVID-19, diventano più vulnerabili alla malnutrizione. Non solo, la malnutrizione è chiaramente un fattore che aumenta il rischio di complicazioni e di decessi nelle persone colpite da Coronavirus. Inoltre, se l’epidemia di espanderà ed avrà impatto sulla produzione e distribuzione del cibo nei Paesi in cui operiamo, c’è il rischio di gravi peggioramenti dell’insicurezza alimentare, che richiedono un forte intervento di sostegno alla nutrizione. La gestione di un’epidemia di questa ampiezza metterebbe anche in grave difficoltà i sistemi sanitari dei Paesi in cui operiamo. Non ultimo, l’eventuale isolamento – laddove percorribile – avrebbe certamente un impatto a lungo termine sulla salute mentale delle persone e, di conseguenza, sul loro stato nutrizionale.

Coronavirus e attività sul campo

Azione contro la Fame ha preso molto sul serio la minaccia “Coronavirus” (COVID-19) e, a livello globale, ha messo in atto una serie di misure utili per prevenire i rischi connessi alla salute e alla sicurezza del suo personale. Nonostante le restrizioni agli spostamenti internazionali messe in atto in moltissimi Paesi, le nostre attività sul campo proseguono senza sosta, anche grazie al fatto che lo staff di Azione contro la Fame è per il 92% rappresentato da operatori umanitari locali. Il personale maggiormente esposto al rischio sanitario è rappresentato, oggi, dalle quasi 8mila unità che operano, quotidianamente, a stretto contatto con le comunità vulnerabili. Pur non avendo rilevato al momento alcun caso di contagio, Azione contro la Fame resta vigile, come in presenza di altre epidemie, nell’ottica di preservare le popolazioni dai rischi connessi all’epidemia, nella consapevolezza che una eventuale diffusione del virus possa generare complicazioni alle persone già affette da malnutrizione. Per questa ragione, sono state assunte delle misure precauzionali da parte di alcuni membri dello staff impegnati nella realizzazione di programmi di emergenza salvavita. Gli operatori coinvolti nelle attività a sostegno delle aree colpite da altre epidemie, al momento, non partiranno per le missioni e alcuni Paesi, inoltre, hanno sospeso gli spostamenti dei propri dipendenti della sede centrale. La principale preoccupazione di Azione contro la Fame è, dunque, quella di assumere tutte le precauzioni del caso sia per scongiurare l’esposizione al virus da parte del proprio staff sia per evitare una sua ulteriore diffusione. In tal senso, il network internazionale ha già stabilito dei piani di emergenza specifici per ogni regione, continuando a garantire la continuità degli aiuti e implementando le attività tese a promuovere comportamenti igienici adeguati.

Coronavirus e attività in Italia

In Italia, sulla base delle indicazioni fornite dal Governo e dalle autorità locali, a partire dal 24 febbraio e fino al prossimo 3 aprile, in attesa di ulteriori provvedimenti in materia, tutti i dipendenti lavorano in modalità agile e i locali della sede di Milano sono temporaneamente chiusi. Azione contro la Fame, continuerà ad adeguarsi alle misure promosse dalle autorità competenti e adotterà tutti gli accorgimenti necessari a garantire che gli eventi programmati sul territorio nazionale soddisfino le raccomandazioni in vigore. In caso contrario, saranno posticipati. L’organizzazione, in tal senso, teme che l’epidemia possa generare un impatto fortemente negativo sulla raccolta di fondi per finanziare i progetti salvavita nei Paesiin cui opera ma, allo stesso tempo, considera imprescindibile garantire la salute dello staff, dei sostenitori e dei partner di Azione contro la Fame.

Il rispetto delle regole di base

L’emergenza “Coronavirus” in Italia, così come nel mondo, deve indurre tutti a riflettere sulla necessità di ripensare a una educazione globale all’igiene per prevenire la diffusione della malattia. In quest’ottica, oltre a curare milioni di bambini malnutriti in oltre 45 Paesi, Azione contro la Fame promuove nel mondo programmi sul tema dell’acqua, dei servizi igienico-sanitari e dell’igiene (WASH), che mirano a favorire la condivisione delle regole di base utili per mantenere le comunità in salute. Una indagine condotta in Pakistan ha dimostrato, per esempio, che nei bambini con meno di 5 anni di età sottoposti a una educazione al corretto lavaggio delle mani la polmonite abbia una incidenza inferiore del 50%. Ad Haiti, Azione contro la Fame ha contribuito a combattere una epidemia di colera con una duplice attività: l’organizzazione ha distribuito kit igienici a tutte le famiglie con casi sospetti e ha sensibilizzato le popolazioni sul corretto lavaggio delle mani, sull’utilizzo di acqua pulita e sul miglioramento dei servizi igienico-sanitari. La prossima “Giornata mondiale dell’acqua” (22 marzo) sarà l’occasione per ricordare le difficoltà di accesso all’acqua pulita e al sapone da pare di alcuni Paesi e per ribadire la necessità di destinare più tempo al lavaggio delle mani prima, per esempio, di preparare il cibo, di dare da mangiare a un bambino o di recarsi in bagno.

L’impegno di Azione contro la Fame

In un momento in cui il mondo concentra tutta la sua attenzione alla diffusione di COVID-19, è bene che la comunità internazionale continui ad attivarsi per aiutare gli oltre 820 milioni di persone che, ogni anno, soffrono la fame nel mondo. Azione contro la Fame, oltre ad adoperarsi per garantire la salute del suo staff in ogni Paese in cui opera, continua quotidianamente ad impegnarsi per combattere la piaga della malnutrizione che, ad oggi, è responsabile per quasi la metà dei 5,3 milioni di vite di bambini che ogni anno si spengono prima di aver compiuto 5 anni.

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