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Mali: sfollati a causa della violenza, aggravano la crisi alimentare nelle regione

27 Luglio 2018

I nuovi scontri tra gruppi armati non statali nel nord del Mali, che hanno provocato più di 70 morti alla fine di aprile, hanno portato a massicci spostamenti di popolazione nella regione sud-occidentale del Niger. La violenza sta aggravando la competizione per l’accesso e il controllo delle risorse naturali, già scarse durante la “stagione della fame” tra giugno e settembre.

Azione contro la Fame sta coordinando con altri attori umanitari presenti nell’area un intervento di emergenza multisettoriale per coprire i bisogni più immediati: riparo, acqua, servizi igienici, sicurezza alimentare, salute e nutrizione.

La regione di Tahoua, a ovest del Niger, si sta facendo carico di un massiccio movimento di sfollati a causa degli scontri tra le comunità nel nord del Mali che è esplosa alla fine di aprile. Secondo fonti locali, le principali persone colpite appartengono a diverse famiglie in fuga dalla zona di confine su entrambi i lati, in maggioranza donne e bambini.  

Dopo una valutazione dei bisogni principali, Azione contro la Fame ha iniziato ad articolare, insieme ad altri attori umanitari, un intervento multisettoriale per coprire le esigenze più stringenti della popolazione. “Stiamo disinfettando i pozzi d’acqua esistenti per garantirne la qualità per il consumo umano e la distribuzione di kit igienici. Nel frattempo, la nostra esperienza nel settore ci consente di coordinare con altri attori umanitari la fornitura di un altro tipo di aiuto in materia di nutrizione e sicurezza alimentare,” spiega María Romero, coordinatrice del gruppo di Azione contro la Fame, recentemente rientrata nell’area.  

595 famiglie sono state identificate nella città di Agando, a sud-ovest del Niger, come beneficiari di questo aiuto. Ma “date le esigenze, si prevede che aumenterà la risposta alla città nigeriana di Assagueyguey nelle prossime settimane, visto che anche lì si concentra un gran numero di sfollati”, aggiunge Romero.

La competizione per l’acqua, un altro fattore di instabilità
Molti di coloro che sono stati sfollati a causa di violenze sono nomadi e sono stati costretti ad abbandonare il proprio bestiame e altri beni necessari al loro sostentamento. D’altra parte, i pastori che sono riusciti a portare il proprio bestiame con sè sono costretti a competere per le risorse per mantenerlo, principalmente per l’acqua.

“La concentrazione della popolazione, insieme con la scarsità delle risorse idriche nella regione di Tillia, porta a scontri tra le comunità agricole e pastorali per il controllo delle risorse”, dice Maria Romero. “Alcuni pastori danno la priorità al consumo di acqua del loro bestiame per i propri bisogni. Il bestiame spesso si nutre dai pozzi esistenti, quindi garantire la qualità dell’acqua per il consumo umano è una delle nostre priorità.”

La violenza aggrava la crisi provocata dalla “stagione di fame”
Nella regione africana del Sahel, quella tra i mesi di giugno e ottobre viene chiamata “stagione della fame”, per indicare il periodo di carenza tra un raccolto e l’altro che si verifica ogni anno nei paesi in cui, come in Niger, la popolazione dipende dall’agricoltura di sussistenza. Le riserve alimentari del raccolto precedente si stanno esaurendo e la mancanza di offerta fa aumentare i prezzi.

“Quest’anno la stagione della fame è la più difficile degli ultimi sei anni in Sahel, una regione in cui il cambiamento climatico sta aumentando la frequenza e l’intensità delle siccità”, spiega Romero. Questo, insieme all’aumento sproporzionato della popolazione in un così breve lasso di tempo, aggrava la scaristà di risorse, influenzando anche la popolazione locale.

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