Grazie a chi in questi anni ha deciso di affidare il proprio 5x1000 ad Azione contro la Fame, 11.000 persone tra le piĂą vulnerabili dei distretti di Nawalpur e Parasi, in Nepal, possono ora provvedere ai bisogni delle loro famiglie.
Azione contro la Fame condanna con forza l’attacco terroristico compiuto oggi tra Goma e Bukavu, nella Repubblica democratica del Congo, nel quale hanno perso la vita l’ambasciatore italiano Luca Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci e uno degli autisti che operano per il World Food Programme.
L’organizzazione, presente nel Paese dal 1996, esprime la sua vicinanza e solidarietà al Governo italiano, alle sue forze dell’ordine e all’Agenzia delle Nazioni Unite e si augura che i feriti possano quanto prima ristabilirsi.
Azione contro la Fame avverte del peggioramento delle condizioni vissute dalla popolazione. In 18,4 milioni dipendono dall’assistenza umanitaria; un bambino su due a rischio malnutrizione
In tutto il mondo, i nostri operatori umanitari continuano a sostenere e fornire aiuto dove è più necessario durante questo periodo di pandemia. Dalla Somalia alla Colombia, hanno condiviso con noi le loro esperienze in prima linea contro il Covid.
Mustaf Yousuf, medico in un centro di stabilizzazione a Mogadistium, Somalia
Mustaf Yusuf è medico a Mogadistium, all'interno di uno dei centri sanitari sostenuti da Azione contro la Fame in Somalia.
Si stima che circa 30.000 persone siano già fuggite dagli scontri; 60.000 gli sfollati. Oltre la metà della popolazione nel 2021 rischia di soffrire l’insicurezza alimentare.
1 persona su 9, quest’anno, potrebbe essere condotta sull’orlo della carestia.
L’organizzazione: “I bisogni sul campo stanno crescendo rapidamente, ma l'entitĂ della violenza rende l'accesso, nel migliore dei casi, difficile. In molti luoghi, però, resta impossibile”.Â
Azione contro la Fame è preoccupata delle conseguenze umanitarie legate alla designazione di Ansar Allah (noto come “Houthi”), nello Yemen, come organizzazione terroristica da parte degli Stati Uniti. Siamo fermamente convinti che questa circostanza avrà un impatto diretto sulla situazione umanitaria sul campo e su una popolazione civile che, oggi, vive il peggiore disastro umanitario in corso.
Secondo l’OMS, un miliardo di persone defeca ancora all'aperto e la diarrea, correlata alla mancanza di igiene, uccide quasi due milioni di persone ogni anno. Un nuovo approccio testato sul campo: coinvolgere le comunità locali nella sensibilizzazione e realizzazione delle infrastrutture