A un anno dall’esplosione che ha devastato il porto di Beirut, l’epicentro socioeconomico del Libano, il Paese si trova in una crisi che ha incrementato in modo allarmante la necessità di aiuti umanitari nel medio e lungo periodo.
A poco più di un mese dall’esplosione di Beirut, la povertà è in crescita. Il costo del cibo aumentato del 336%, chiudono le imprese e l’accesso all’acqua rappresenta una sfida.
Da maggio più di 2500 strutture e case nell'Aarsal, Libano orientale, sono in fase di smantellamento, su ordine del Consiglio Superiore della Difesa. Quasi la metà è già stata distrutta, lasciando centinaia di famiglie senza riparo e in balìa di un forte impatto psicologico che potrebbe spingerle verso un pericoloso ritorno in Siria.
Da inizio gennaio le tempeste di pioggia, vento e neve nella valle della Bekaa hanno provocato inondazioni negli insediamenti dei rifugiati siriani, dove le acque grigie e reflue si sono mescolate con l'acqua potabile, costituendo un enorme pericolo per la salute pubblica
Le tempeste di neve Norma e Miriam hanno causato ingenti danni durante l’ultima settimana: tende sprofondate, strade bloccate – tutto è precipitato sotto il peso della neve. Forti venti e abbondanti piogge e nevicate hanno tormentato la Valle della Bekaa, dove lavora Azione contro la Fame. Più di 350.000 siriani vivono in campi di fortuna nella zona, senza contare i non registrati.
Lo scorso 6 gennaio la tempesta Norma ha iniziato a far sentire i suoi effetti in tutto il Paese, con forti piogge e venti e temperature più basse in tutto il Libano. Alcune regioni sono state colpite da alluvioni, erosioni e abbondanti nevicate.
Le previsioni indicano che si sta avvicinando un'altra ondata di freddo, più grave di Norma, con un forte calo di temperature e neve e venti più forti.
Non è un caso che, nello stesso momento in cui la fame tornava a crescere per la prima volta negli ultimi decenni, il numero di rifugiati e sfollati nel mondo è salito a 66 milioni di persone. Una delle forme di fame che le guerre portano è infatti legata ai massicci spostamenti di persone in fuga dalla violenza. Insieme alla loro casa, abbandonano il loro mezzi di sostentamento, diventando completamente dipendenti dalla solidarietà delle popolazioni ospitanti o, se riescono a raggiungere un campo profughi e ottenere lo status di rifugiati, dagli aiuti internazionali.
Nel villaggio di Hawsh Barada, nella valle della Beqaa in Libano, si trova un insediamento di rifugiati composto da tende distribuite su un grande terreno agricolo. I rifugiati si sono stabiliti lì dopo essere fuggiti dalle loro case in Siria, per scappare dalla guerra scoppiata nel 2011. Tra quei profughi, c'è Khaldiyeh, una madre di tre bambini incinta del suo quarto figlio.
Un omaggio all'enorme coraggio e alla dignità delle persone con cui siamo onorati di collaborare nella nostra lotta per porre fine alla fame. Attraverso una selezione di alcune delle nostre foto più potenti, riflettiamo sul 2017, un anno che ci ha sfidato, rafforzato e ispirato.Â