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discriminazioni sulle donne e la fame nel mondodiscriminazioni sulle donne e la fame nel mondo

C’è un rapporto tra discriminazioni sulle donne e la fame nel mondo

22 Ottobre 2021

Perché eliminare le discriminazioni sulle donne può combattere la fame nel mondo?

La discriminazione delle donne nel mondo è un tema quanto mai attuale. Nonostante i passi avanti fatti nel corso del tempo, essere donna oggi in numerosi Paesi significa vedere limitati i propri diritti nel lavoro, nella vita familiare e nella società.

La discriminazione femminile, basata su pregiudizi e stereotipi talvolta difficili da scardinare, è presente anche nei Paesi culturalmente ed economicamente più avanzati, dove la responsabilità della cura della casa, dei figli e dei parenti anziani ricade ancora prevalentemente sulle donne. Allo stesso modo, nel mondo del lavoro, la popolazione femminile soffre il gender pay gap che la porta a guadagnare meno di quella maschile, a parità di mansioni e di livello.

Nei paesi del Sud Globale o in quelli dove sono diffusi regimi radicali, invece, la discriminazione delle donne si traduce sia in una forte limitazione delle libertà personali sia in una maggiore esposizione alla fame rispetto agli uomini. 

Disuguaglianze di genere: la discriminazione delle donne sul lavoro

È innegabile che a livello mondiale ci sia un ampio divario tra tasso di occupazione maschile e femminile.  

In base ai dati diffusi dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) nel 2023, è stato molto più difficile per le donne trovare un impiego: parliamo del 15% contro il 10,5% degli uomini. Inoltre, secondo l’OIL la discriminazione verso le donne a livello occupazionale è più grave nei Paesi in via di sviluppo.

Il documento diffuso dall’OIL sottolinea che a ostacolare la ricerca di lavoro e l’accettazione di un impiego sono le responsabilità non retribuite, familiari e di cura, che gravano principalmente sulla popolazione femminile.

Le discriminazioni sulle donne in ambito lavorativo sono evidenti anche nel trattamento salariale. A livello globale, a ogni dollaro guadagnato dagli uomini corrispondono 51 centesimi guadagnati dalle donne. Nei Paesi a basso e medio reddito va ancora peggio: le donne guadagnano in media tra i 33 e i 29 centesimi rispetto al dollaro degli uomini.

Molte di loro non hanno nemmeno la possibilità di andare a lavorare perché ricade sulle loro spalle l’intera organizzazione della vita domestica, la cura dei bambini e delle persone anziane. Inoltre, nei Paesi dove l’acqua potabile scarseggia sono quasi sempre le donne a dover percorrere lunghi tratti di strada a piedi per prendere l’acqua da bere.

È chiaro che minori guadagni si traducono in una minore capacità di spesa, anche per l’acquisto di generi alimentari, il che ci aiuta a comprendere il collegamento tra discriminazioni sulle donne e fame nel mondo. 

La discriminazione sulle donne porta alla violenza e alla fame

Tra le ripercussioni delle discriminazioni sulle donne ci sono la fame e la “violenza di genere”, intesa come qualsiasi atto dannoso perpetrato contro la volontà di una persona e che si basa su differenze (di genere) socialmente attribuite tra maschi e femmine. Sono soprattutto i contesti di guerra, come in Sudan, ad accentuare la presenza di discriminazione, esponendo le donne a maggiore violenza.

Sulla base di questo, anche i matrimoni precoci possono essere considerati un esempio di violenza di genere. Il rapporto UNICEF “Is an End to Child Marriage within Reach? Latest trends and future prospects 2023 update” stima che 640 milioni di donne attualmente in vita siano state costrette a sposarsi durante l’infanzia.

Si tratta di una grave violazione dei diritti umani: queste bambine perdono la loro infanzia, la loro libertà, il loro diritto all’educazione e, molto spesso, sono più esposte a soffrire la fame e la malnutrizione.

La violenza di genere e la malnutrizione, infatti, sono parte di un circolo vizioso:

  • Impatto sulla salute e sull’alimentazione: le donne vittime di violenza di genere subiscono gravi ripercussioni fisiche, psicologiche ed emotive, che influiscono anche sulle loro abitudini alimentari. Lo stress e il disagio possono ridurre il consumo di cibi sani e nutrienti, compromettendo il loro benessere generale.
  • Violenza domestica e gestione delle risorse: l’insicurezza economica e la mancanza di bisogni primari possono acuire le tensioni all’interno della famiglia. Disaccordi sulla gestione delle risorse domestiche, come il cibo, spesso si traducono in un aumento delle forme di discriminazione delle donne.
  • Sfruttamento e abusi: nei contesti di maggiore vulnerabilità, la fame e la precarietà possono spingere uomini e donne a scelte estreme, come lo scambio di cibo con prestazioni sessuali.

Affrontare la violenza di genere significa anche garantire sicurezza alimentare e accesso equo alle risorse, per spezzare un circolo vizioso che continua a colpire i più vulnerabili. 

Fame nel mondo: le donne sono più a rischio

I vantaggi della parità di genere nella lotta alla fame nel mondo non sono idee astratte, ma obiettivi raggiungibili concretamente. In India, ad esempio, attualmente lavoriamo in 4 Stati (Maharashtra, Madhya Pradesh, Rajasthan e Gujarat) con l’obiettivo di garantire supporto nutrizionale alle famiglie maggiormente in difficoltà.

La discriminazione delle donne nel mondo le rende più vulnerabili alla fame, specialmente nel corso di crisi umanitarie. Il motivo è la mancanza di opportunità e risorse.

Nei contesti più poveri le donne continuano ad avere meno accesso all’istruzione, al lavoro e ai mezzi produttivi. Inoltre, hanno meno potere decisionale nelle famiglie e, quindi, nella società.

Il Flagship Child Nutrition Report 2022 dell’UNICEF offre un quadro dettagliato sulla nutrizione delle donne a livello globale. Dal 2020, nei 12 paesi più colpiti dalla crisi alimentare, il numero di adolescenti in gravidanza o in allattamento affette da malnutrizione acuta è aumentato del 25%, passando da 5,5 milioni a 6,9 milioni. Un dato allarmante che evidenzia l’impatto crescente dell’insicurezza alimentare sulla salute materna e infantile: una donna incinta o in allattamento malnutrita darà vita a bambini malnutriti. Per questo, il nostro lavoro si concentra sul fornire assistenza nutrizionale a donne incinta o in allattamento, oltre ai bambini sotto i 5 anni.

Questo implica che favorire l’uguaglianza di genere potrebbe contribuire a ridurre la fame nel mondo.

Noi di Azione Contro la Fame abbiamo attivato dei programmi di empowerment femminile, finalizzati a rendere le donne consapevoli del proprio ruolo all’interno delle comunità.

Uno dei tanti progetti con cui stiamo cambiando migliaia di vite è quello della realizzazione di orti-giardino che consentono a tantissime donne di liberarsi dall’insicurezza alimentare tramite la partecipazione a corsi di formazione in cui imparano tutto quello che c’è da sapere sia sulla cura del raccolto che sulla vendita, rafforzando la loro autonomia e il loro ruolo nella società.

Il distretto di Senanga in Zambia, è una zona estremamente povera, in cui si verificano periodi di estrema siccità. Qui vivono Clare e le sue tre sorelle, che si occupano dei nove nipoti rimasti orfani. Claire negli ultimi 25 anni si è dedicata alla coltivazione di colture a rischio, come mais, riso e arachidi, ma a causa del clima spesso non ci sono stati raccolti e l’intera famiglia ha sofferto la fame. Le cose sono cambiate quando Claire si è iscritta al progetto di Azione Contro la Fame per favorire colture resistenti alla siccità. Il nostro team le ha fornito semi di fagiolo dall’occhio nero, capace di crescere anche in condizioni climatiche estreme, insieme al fertilizzante necessario. Claire ha anche partecipato ai nostri corsi di formazione sulle tecniche di agricoltura resistenti ai climi estremi ed ora riesce a sfamare la sua famiglia e anche a vendere dei prodotti al mercato.

Poco alla volta, quindi, grazie al lavoro di queste donne tante famiglie possono risollevarsi dalla condizione di precarietà alimentare nella quale versavano.

La strada da percorrere per abbattere ogni forma di discriminazione contro le donne è ancora lunga. Se vuoi sostenere il nostro impegno per contrastare la fame in Italia e nel mondo, puoi contribuire anche tu acquistando un regalo solidale, facendo una donazione o devolvendo il tuo 5×1000 ad Azione Contro la Fame.

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