Il terremoto di magnitudo 7,7 che ha colpito il Myanmar nel mese di marzo ha causato, in base alle ultime stime, più di 5.000 vittime dirette e circa 50.000 persone sono state colpite solo nelle comunità di Mandalay e Sagaing, situate nell’epicentro del terremoto. Migliaia di persone sono rimaste ferite e molte altre sono ancora disperse, il loro numero esatto è difficile da determinare. Il fenomeno sismico, infatti, ha devastato intere città e mandato in pezzi le vie di comunicazione, abitazioni e i servizi.
Si tratta del peggior terremoto che abbia colpito il Myanmar in un secolo. A cui si aggiungono le condizioni estreme del clima. In questa stagione il Paese raggiunge temperature elevate, anche fino ai 44 gradi centigradi, e le piogge insolite per la stagione stanno peggiorando ulteriormente le condizioni per i sopravvissuti e gli operatori umanitari.
L’acqua potabile e le strutture igienico-sanitarie non sono sufficienti
Il Myanmar era (e resta) dilaniato da un conflitto civile in corso, iniziato dopo il colpo di stato militare del 2021. La situazione è molto instabile, con violenze in diverse aree del paese. In questo difficile contesto, il terremoto ha provocato gravi danni alla maggior parte delle infrastrutture idriche. Le strutture rimaste funzionanti sono utilizzate in modo eccessivo anche a causa dell’arrivo di sfollati e dell’aumento del fabbisogno idrico nelle aree interessate. Le autorità locali hanno segnalato 42.000 latrine danneggiate, gravi danni ai sistemi idrici urbani e alle falde freatiche rurali. Di conseguenza, la contaminazione delle fonti d’acqua è aumentata e con essa il rischio di malattie legate all’acqua che possono portare alla malnutrizione.
Nelle aree colpite dal terremoto è in corso anche un conflitto che ha portato ad una riduzione dei redditi delle popolazioni vulnerabili a causa della mancanza di opportunità di lavoro e di accesso ai terreni agricoli. Per questo motivo, gli abitanti hanno difficoltà a gestire e mantenere le infrastrutture idriche e fognarie.
fondamentale una risposta umanitaria tempestiva in myanmar
Noi di Azione Contro la Fame siamo presenti nel Sagaing, dove il lavoro di valutazione dei bisogni è in corso in collaborazione con l’UNICEF. Ad oggi, interveniamo distribuendo kit igienici e pastiglie per la purificazione dell’acqua e organizziamo il trasporto dell’acqua in camion per soddisfare le esigenze vitali degli abitanti.
La nostra risposta, in collaborazione con le ONG partner birmane, comprende anche un sostegno psicosociale, un supporto alle cliniche mobili e azioni di sensibilizzazione alla salute, così come lo screening e il trattamento della malnutrizione nei bambini.
Oltre 9 milioni di persone, tra cui 2,7 milioni di bambini, sono le più colpite all’interno di 58 comuni sparsi nelle regioni di Bago di Bago East, Kayin, Magway, Mandalay, Nay Pyi Taw, Shan South e Sagaing. Il deterioramento delle condizioni sanitarie sta facendo seriamente preoccupare le comunità del crescente rischio di malattie infettive.
La situazione attuale è che circa 17,6 milioni di persone hanno bisogno di aiuti umanitari. In questo contesto noi di Azione Contro la Fame stiamo preparando una risposta a lungo termine in collaborazione con le associazioni birmane. Il nostro intervento è fondamentale per garantire alle comunità colpite dal terremoto in Myanmar strutture sanitarie e condizioni igieniche adeguate.
Come aiutare le vittime del terremoto in Myanmar
Azione Contro la Fame si è attivata immediatamente per aiutare le persone colpite. Il numero delle vittime continua a salire, sono milioni le persone in condizioni di estrema vulnerabilità.
Con le nostre squadre ci stiamo concentrando sul fornire beni essenziali, cibo e acqua potabile, in particolare alle persone più vulnerabili come donne in gravidanza e bambini sotto i 5 anni.
Chiediamo supporto per affrontare questa emergenza e fornire aiuti immediati. Agire subito è fondamentale.
SERVONO AIUTI IMMEDIATI