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COX’S BAZAR, IL CAMPO PROFUGHI PIÙ GRANDE DEL MONDO: CONTINUA L’EMERGENZA ROHINGYA

15 Novembre 2017

Non si placa l’emergenza Rohingya, esplosa nel 2017 e che continua ad affliggere il popolo originario della regione birmana dell’Arakan. Un mese dopo lo scoppio dei violenti disordini nello stato di Rakhine, in Myanmar, oltre 500.000 rifugiati Rohingya sradicati dalle loro case sono fuggiti attraversando il confine con il Bangladesh. Le Nazioni Unite hanno avvertito che questo conflitto rappresenta attualmente “l’emergenza rifugiati con lo sviluppo più rapido al mondo” e se la situazione non migliorerà, più di 800.000 rifugiati potrebbero raggiungere il Bangladesh entro la fine dell’anno.

Rohingya, traumatizzati e affamati

La maggior parte di queste persone sono bambini, donne e anziani: molti sono traumatizzati, malnutriti e in grave bisogno di cibo, acqua sicura, assistenza sanitaria e servizi di salute mentale. Il responsabile di Azione contro la Fame in Bangladesh, Nipin Gangadharan, ha dichiarato: “stiamo lavorando al massimo delle nostre capacità e con la massima urgenza per soddisfare i bisogni immediati di sopravvivenza dei rifugiati e scongiurare una catastrofe umanitaria. Siamo profondamente impegnati a contribuire a ripristinare la dignità di queste persone traumatizzate”.

Rohingya, senza riparo

Oltre il 90% dei rifugiati arrivati da poco dal Myanmar dormono all’aperto, senza alcun riparo a proteggerli dal vento e dalle forti piogge. Queste donne, bambini e anziani estremamente vulnerabili non hanno coperte, letti e cibo e meno di un quarto ha accesso a servizi igienici e docce. A Cox’s Bazar, in Bangladesh, dove è arrivata la maggior parte dei rifugiati, Azione contro la Fame ha aumentato le sue attività e sta consegnando pasti caldi quotidiani ai rifugiati appena arrivati, oltre a acqua potabile sicura, assistenza sanitaria e un primo supporto psicosociale.

Rohingya, emergenza malnutrizione infantile

Secondo i primi rapidi screening rapidi, le squadre di emergenza di Azione contro la Fame stimano che tra i nuovi rifugiati il 6% dei bambini di età inferiore ai 5 anni sia gravemente malnutrito. Se convalidato da rigorose valutazioni tecniche, ciò indicherebbe la prevalenza di malnutrizione grave ben al di sopra della soglia di emergenza. Inoltre i rifugiati hanno subito un significativo trauma psicologico, shock e stress.

Rohingya, l’intervento di Azione contro la Fame

Le priorità immediate di Azione contro la Fame sono chiare: salvare più vite possibile e alleviare la sofferenza attraverso i seguenti interventi.

  • Distribuzione giornaliera di cibo e acqua: ogni giorno, i team mobili di Azione contro la Fame stanno consegnando più di 83.000 pasti caldi e 551.479 litri di acqua sicura ai rifugiati Rohingya nei campi e in altri luoghi.
  • Assistenza sanitaria di emergenza e trattamento salvavita per malnutrizione acuta: i nostri team di emergenza hanno anche condotto screening circa la malnutrizione per più di 100.000 bambini e diagnosticato oltre 11.000 bambini malnutriti che abbiamo segnalato per l’ammissione ai nostri programmi di nutrizione di emergenza sia attraverso cliniche mobili e che cliniche gestite dalle comunità locali.
  • Prevenire i focolai di malattie trasmesse dall’acqua e migliorare i servizi igienico-sanitari: Azione contro la Fame è la principale ONG che collabora con l’ONU a fornire interventi di emergenza idrici, fognari e igienici per prevenire epidemie di malattie trasmesse dall’acqua.
  • Supporto di assistenza mentale e piscologica di “primo soccorso”: Azione contro la Fame ha schierato psicologi e consulenti di salute mentale per fornire assistenza psicologica di primo soccorso a più di 20.000 rifugiati appena arrivati, ​​la cui salute e benessere sono stati influenzati traumi, violenze, shock e stress acuti.
  • Evoluzione nelle dimensioni dei team di emergenza in prima linea: a Cox’s Bazar l’organizzazione ha mobilitato 400 effettivi del suo personale umanitario e oltre 500 volontari della comunità locale per rispondere a questa emergenza.

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Azione contro la Fame lavora in Bangladesh dal 2007 in risposta al ciclone Sidr. L’organizzazione ha lanciato programmi a Cox’s Bazar già nel 2008, quindi molto prima del recente afflusso di rifugiati dal Myanmar, ed è uno dei pochi (tra i principali soccorritori umanitari) in prima linea e già pienamente operativo a Cox’s Bazar e soprattutto in grado di sviluppare significativamente la propria presenza in modo da soddisfare il livello crescente delle esigenze.

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