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Mettiamo l’agro-ecologia al centro della lotta contro i cambiamenti climatici

8 Agosto 2019

A seguito della diffusione a Ginevra di un rapporto speciale delI’IPCC, il Comitato Scientifico dell’ONU sul Clima, su “Cambiamento climatico e Territorio”, Azione contro la Fame esprime la necessità imperativa di limitare l’impatto che l’uso del suolo per l’agricoltura ha sui cambiamenti climatici, per combattere in modo sostenibile l’insicurezza alimentare. Per questo Azione contro la Fame insiste sull’urgenza di un cambiamento in profondità delle politiche agricole, da operare su scala globale.

Nel rapporto pubblicato l’8 agosto 2019, l’IPCC fornisce un rapporto sulla complessa relazione tra cambiamento climatico e uso del suolo, in particolare per quanto riguarda l’agricoltura. In effetti, i sistemi agroalimentari sono direttamente e indirettamente responsabili di quasi 1/4 delle emissioni di gas a effetto serra. Ma l’agricoltura soffre anche degli effetti dei cambiamenti climatici. Questo in particolare è il caso dell’agricoltura contadina e familiare. L’aumento del verificarsi di eventi climatici estremi ha un forte impatto sulla produzione agricola, in termini di qualità e quantità, e peggiora la situazione delle popolazioni più vulnerabili, quando il cibo è scarso e quindi più costoso. Per Azione contro la Fame, la questione dell’agricoltura va messa al centro delle discussioni internazionali sui cambiamenti climatici: è indispensabile rivedere i sistemi agricoli in tutto il mondo per limitare il loro impatto sulle mutazioni del clima senza compromettere la sicurezza alimentare. In particolare, è essenziale attuare politiche ad hoc per promuovere la resilienza delle popolazioni più vulnerabili ai cambiamenti.

“L’agroecologia contadina, l’agricoltura familiare e i piccoli agricoltori devono essere messi al centro dei sistemi agricoli, a differenza dell’agricoltura industriale, che non solo non dà la possibilità di nutrire in modo sano e nutriente ma aggrava anche il cambiamento climatico” afferma Pauline Verrière, responsabile per la sicurezza alimentare di Azione contro la Fame. “I paesi del Nord devono anche riconsiderare le loro modalità di consumo per limitare drasticamente il loro impatto sui cambiamenti climatici, che colpisce in particolare i paesi del Sud. È l’intera catena di produzione alimentare che deve essere interessata da questi cambiamenti: in particolare la deforestazione, gli additivi chimici, l’agricoltura e lo spreco alimentare” .

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Nel corso di questi ultimi anni, Azione contro la Fame ha scoperto che il progressivo cambiamento climatico ha un impatto diretto sulla sicurezza alimentare e sulla malnutrizione di milioni di persone vulnerabili che dipendono dall’agricoltura e dal bestiame come principale fonte di sostentamento. In molti paesi Azione contro la Fame attua programmi di sviluppo e forma i produttori agricoli per sviluppare un know-how locale e sensibilizzare alla riabilitazione delle terre degradate da un uso intensivo di sostanze chimiche. Il cambiamento delle pratiche agricole è una scelta che i decisori possono e dovranno fare per rispondere alla crescente emergenza climatica.

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