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In Peru l’anemia si contrasta con una tecnica inca

6 Ottobre 2020

Lo studio di Azione contro la Fame: l’anemia che colpisce fino al 50% dei bambini si combatte con la riscoperta di una tradizione locale

Il “charqui”, antica tecnica di essiccazione precolombiana, è utile per la preparazione e la conservazione di alimenti ricchi di ferro, il cui consumo serve proprio a prevenire la malattia

L’anemia, in Perù, rappresenta una delle manifestazioni più silenziose della malnutrizione: si tratta di una malattia che influisce sullo sviluppo cognitivo dei bambini di età compresa tra 0 e 3 anni. 

Qui, l’anemia da carenza di ferro colpisce, a livello nazionale, il 46,8% di piccoli tra i sei mesi e i tre anni e, nelle aree rurali, fino al 57,2% dei bambini. “A causa della patologia, essi vedranno diminuire il loro sviluppo fisico e cognitivo: la conseguenza ultima dell’anemia è il protrarsi del ciclo della povertà”, ha dichiarato Amador Gomez, direttore del Dipartimento tecnico di Azione contro la Fame. 

Nella regione andina del Perù, la cultura inca aveva già fatto luce su questo problema, tanto da sollecitare l’organizzazione a condurre, in questi anni, uno studio finalizzato a riprendere e promuovere le tecniche precolombiane utili per la preparazione e la conservazione di alimenti ricchi di ferro, il cui consumo serve proprio a prevenire e a curare l’anemia. Grazie alla riproposizione di queste metodologie, la patologia, nell’ultimo periodo, è stata ridotta di 12 punti percentuali nella provincia di Huanta, Ayacucho, area in cui è stato promosso un programma denominato “Anemia NO”

“Il merito di questo studio non risiede solo nella validazione scientifica dell’alto contenuto di ferro offerto dalla tecnica di conservazione, chiamata ‘charqui’, ma anche nella sua diffusione e utilizzo nella preparazione di alimenti per bambini con età inferiore ai tre anni. Si tratta di una tradizione andina millenaria che può contribuire a risolvere il problema dell’anemia da carenza di ferro con l’uso di risorse e di conoscenze locali”, ha aggiunto Alejandro Vargas, coordinatore dei programmi di Azione contro la Fame in Perù e responsabile dello studio.

Il charqui, tecnica di essiccazione utilizzata dalle popolazioni andine anche in epoca preispanica, nacque come risposta delle comunità alla necessità di conservare gli alimenti di origine animale. L’organizzazione, ora, sta riproponendo, in collaborazione con le autorità regionali e locali, la sua ri-elaborazione in chiave contemporanea, dando vita a una nuova forma di antropologia del “riscatto” che analizza, valorizza e diffonde conoscenze e pratiche antiche che possono contribuire alla soluzione dei problemi contemporanei. 

Sin dal 2010, il governo del Perù ha cercato di combattere l’anemia distribuendo, gratuitamente, un integratore multi-micronutriente, conosciuto come “Chispitas” ma la scarsa consapevolezza rispetto alla sua applicazione e il suo sapore deciso hanno contribuito alla scarsa diffusione di questo trattamento. “Adesso grazie alla valorizzazione di antichi saperi – ha concluso Simone Garroni, direttore generale di Azione contro la Fame – è possibile contrastare una patologia molto diffusa nell’area: le risorse culturali e tradizionali sono anch’esse ‘reclutate’ dall’organizzazione, in Perù come in altri Paesi, come risorsa cruciale per la lotta alla malnutrizione

 

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