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YEMEN, UN PAESE APPESO A UN FILO

20 Marzo 2019

La tregua nella città portuale di Hodeida, dichiarata a dicembre, si è rivelata estremamente fragile e non ha portato a un miglioramento della situazione umanitaria in Yemen. È tempo che tutte le parti in conflitto interrompano l’escalation della violenza e lavorino con urgenza verso un cessate il fuoco a livello nazionale.

LEGGI anche: Operatrice di Azione Contro la Fame uccisa in Yemen

Il cammino verso la pace è ancora lungo, e le persone continuano a soffrire ogni giorno. Dall’escalation del conflitto nel 2015, i bisogni umanitari sono aumentati drasticamente. Oggi, quasi l’80% dell’intera popolazione richiede una qualche forma di assistenza umanitaria.

Yemen, una panoramica sulla situazione umanitaria

Nel corso di quattro anni sono state prese di mira infrastrutture civili, sia pubbliche che private, tra cui scuole, strutture sanitarie, mercati, strade, terreni agricoli, sistemi idrici, fonti di energia e edifici residenziali. Questi tipi di attacchi rappresentano un attacco a un’intera popolazione che dipende da queste strutture per sopravvivere e hanno sistematicamente impedito agli yemeniti di accedere a acqua potabile, cibo e assistenza sanitaria, contribuendo ad aumentare il rischio di fame, colera e altre malattie infettive.

Le cifre parlano da sole. Il numero di sfollati ha raggiunto i 3,3 milioni. In tutto il paese, 16 milioni di persone hanno bisogno dell’assistenza sanitaria, idrica e igienica, il 50% delle strutture sanitarie sono chiuse e più del 70% non dispone di forniture regolari dei medicinali essenziali. Circa 1,25 milioni di dipendenti pubblici non hanno ricevuto salari o li hanno ricevuti solo a intermittenza.

Lo Yemen è da sempre il paese più povero del Medio Oriente e i livelli di povertà, compresi quelli di malnutrizione, erano già allarmanti prima del conflitto. Tuttavia, l’aumento dell’insicurezza alimentare delle famiglie, l’insorgenza di malattie e il collasso del sistema sanitario, insieme a un’inflazione elevata e al declino dell’economia hanno contribuito ad aggravare la situazione alimentare nel paese. Oggi lo Yemen è più vicino alla carestia che non mai. La vita di 15,9 milioni di persone è caratterizzata da gravi insicurezze alimentari, e tra questi contiamo 7 milioni di persone malnutrite. Le stime attuali ci dicono che quasi 250.000 yemeniti, pari all’1% della popolazione, vivono in condizioni prossime alla carestia.

Yemen, i nostri team in prima linea

Mentre il quadro della sicurezza continua a deteriorarsi a causa del protrarsi del conflitto, le condizioni di vita degli yemeniti già indigenti peggiorano ulteriormente, con famiglie in lotta quotidiana per garantirsi i bisogni di base. Azione Contro la Fame ha attuato programmi in quattro governatorati, che la pongono in prima linea nella risposta alla crisi umanitaria nel Paese, effettuando diversi interventi sia per gestire crisi come quali di colera e spostamenti di persone, che per facilitare progetti sulla nutrizione e la sicurezza alimentare.

Lavoriamo in circa 60 strutture sanitarie in tutto il paese curando la malnutrizione acuta sia in centri di stabilizzazione che attraverso trattamenti domiciliari. Inoltre assicuriamo la fornitura di trattamenti medici essenziali e aiutiamo lo staff sanitario nel loro lavoro. Una risposta umanitaria integrata che riguarda anche programmi su acqua e igiene, attraverso una riabilitazione di punti di accesso all’acqua potabile e latrine, educazione alle pratiche di igiene personale e distribuzione di kit igienici. Forniamo inoltre sostegno immediato alle famiglie estremamente vulnerabili, specie quelle che hanno dovuto lasciare la propria casa a causa del conflitto. E questo distribuendo piccole somme di denaro per coprire le necessità alimentari di base. La nostra più grande sfida resta quella di mantenere la nostra presenza operativa in alcune delle aree più gravemente colpite e sostenere chi è più difficile da raggiungere.

Yemen, prioritario garantire l’accesso agli aiuti

Agli yemeniti deve essere consentito un accesso certo e senza ostacoli agli aiuti umanitari, mentre gli operatori umanitari devono poter entrare in contatto in modo sicuro e senza impedimenti a chi necessita di assistenza. “Questa crisi è una crisi di accesso, o piuttosto di mancanza di accesso: gli yemeniti non hanno più accesso ad un’adeguata assistenza sanitaria, al cibo, all’acqua potabile sicura, mentre gli operatori umanitari non riescono a intervenire sulla scala dei bisogni. La crisi nello Yemen, al di là delle parole e delle rare immagini che ci giungono, sta avendo un impatto sulla vita quotidiana di uomini, donne e bambini che sono privati di tutto” dice Isabelle Moussard Carlsen, Direttrice delle Operazioni.

Preoccupazioni sono state sollevate dalle organizzazioni umanitarie sulle continue limitazioni dello spazio umanitario. Tra le pratiche più comuni di intimidazione che influenzano la capacità di fornire aiuti in modo tempestivo citiamo gli ostacoli amministrativi, le richieste delle autorità di condividere i dati dei beneficiari, le approvazioni condizionate ad accordi «a latere», l’intervento in temi di risorse umane o su altre procedure interne delle organizzazioni umanitarie. I nostri team continuano ad affrontare ostacoli per ottenere visti per il personale straniero mentre allo staff locale vengono imposte varie limitazioni sugli spostamenti tra i diversi governatorati. Tutti ostacoli che creano ritardi nella fornitura di servizi umanitari essenziali nello sforzo di salvare più vite possibile.

I civili devono poter accedere all’assistenza in modo rapido, sicuro e senza condizioni. Per quella che è stata descritta come la “peggiore crisi umanitaria del nostro tempo”, esortiamo la comunità internazionale a sostenere misure che proteggano i civili yemeniti e spingano i loro alleati a trovare una soluzione politica pacifica al conflitto. “Ciò che davvero speriamo per il popolo dello Yemen è che il cessate il fuoco regga e che tutte le parti si attengano ai termini dell’accordo, rendendo possibile la pace”Véronique Andrieux, CEO di Azione Contro la Fame Francia.

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