Durante la Settimana per l’allattamento materno, dal 1 al 7 ottobre, Azione Contro la Fame lancerà anche in Italia la campagna LET THEM CHOOSE, già attiva in Francia e Germania.
La campagna, corredata da una petizione su Change.org chiede alle maggiori aziende produttrici di latte artificiale di modificare le proprie pratiche di marketing, che incidono significativamente sulle scelte dei genitori e sulla salute dei neonati.
825.000 VITE IN PERICOLO
In condizioni di vita estreme, segnate da povertà, conflitti, mancanza di igiene e scarsità di acqua potabile, l’uso di latte artificiale per neonati a spese del latte materno è un ulteriore fattore di rischio per la salute dei bambini. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, nei Paesi in via di sviluppo la pratica dell’allattamento al seno esclusivo nei primi sei mesi potrebbe salvare la vita a 825.000 bambini ogni anno.
Eppure tante donne sono condizionate all’utilizzo precoce del latte artificiale, perché le sei maggiori aziende produttrici di sostituti artificiali del latte materno – Abbott, Danone, FrieslandCampina, Kraft Heinz, Nestlé e Reckitt Benckiser – promuovono in modo aggressivo i loro prodotti: pubblicità onnipresente, messaggi che idealizzano il latte artificiale, regali a famiglie e a personale medico, sono tutte pratiche di marketing che influenzano le decisioni dei genitori, in aperta violazione del Codice Internazionale per la Commercializzazione del Latte Artificiale.
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IL CODICE
Il Codice Internazionale per la Commercializzazione del Latte Artificiale è stato adottato dall’OMS nel 1981, per regolamentare la promozione di alimenti per l’infanzia, latte per neonati e alimenti simili che sostituissero parzialmente o interamente il latte materno. In questi 40 anni, tuttavia, il Codice e le sue successive risoluzioni – accettate da 135 Paesi – sono state raramente implementate e tuttora la conformità è lungi dall’essere sufficientemente controllata quasi ovunque, a maggior ragione nei Paesi dove sarebbe più necessaria.
UN MERCATO IN CONTINUA ASCESA
Le vendite di alimenti per neonati sono state in costante ascesa negli ultimi decenni: nel 1998 il mercato del latte artificiale ammontava a oltre 12 miliardi di euro, nel 2014 era già triplicato e nel 2019 si prevede che il volume del mercato potrebbe superare i 70 miliardi di euro.
Se questo dato dovesse concretizzarsi, il tasso mondiale di allattamento al seno, attualmente solo al 40%, potrebbe ridursi ulteriormente. Eppure, basterebbe un investimento di 475 milioni di euro per stabilire entro il 2025 i tassi di allattamento raccomandati dall’OMS: portare al 50% il tasso di allattamento al seno esclusivo nei bambini fino a sei mesi.
UN PIANO CONCRETO
I casi studio condotti da Azione Contro la Fame nel 2017 in Bangladesh, Burkina Faso e Camerun sull’influenza che la promozione di latte artificiale per neonati ha sulla scelta delle famiglie, in particolare delle madri, giungono alle conclusioni che promuovere un prodotto, qualunque sia il mezzo, influenzerà la scelta di una madre su come nutrire il proprio bambino.
La campagna di Azione Contro la Fame non si limita a denunciare questo problema ma si pone anche l’obiettivo ambizioso di creare un cambiamento virtuoso, facendo leva sulla responsabilità sociale delle aziende e sulla sensibilità della società civile in merito all’argomento.
Azione Contro la Fame, infatti, offre alle aziende un piano d’azione per migliorare le loro politiche, che prevede una serie di azioni – tra cui rendere pubblici i contenuti dei corsi di formazione per i team di marketing e vendita in tutti i paesi di attività, le misure adottate in risposta ad audit che rivelano violazioni del Codice e tutti gli accordi di partenariato pubblico-privato nel settore della nutrizione infantile – per arrivare ad essere pienamente in linea con il Codice.
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