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Come limitare l'uso della fame come armaCome limitare l'uso della fame come arma

Come limitare l’uso della fame come arma di guerra

25 Ottobre 2021

Storicamente tutte le guerre hanno portato fame e l’hanno usata come arma. Il mondo sta cercando di dotarsi di regole per porre dei limiti a questa situazione.

Passato e presente della fame come arma di guerra - una storia sintetica

L’uso della fame come arma di guerra è sempre esistito. L’assedio delle città è noto dai primi riferimenti storici dei conflitti, come ad esempio i Commentarii de Bello Gallico di Giulio Cesare.

Venendo ai giorni nostri, è una realtà che la maggior parte dei conflitti viene condotta non tanto da eserciti regolari, ma da gruppi irregolari, compresi civili armati, con poche risorse tattiche. Per loro, affamare il nemico, inclusa la popolazione civile, è un’arma molto economica ed efficace.

Il danneggiamento e l’avvelenamento di acquedotti, la distruzione o l’interruzione delle vie di comunicazione, la terra bruciata, il furto del bestiame, il blocco degli aiuti sono tattiche molto accessibili. Questo, purtroppo, le rende molto attraenti per molti eserciti nei teatri dei conflitti, che puntano sempre di più a controllare popolazioni civili disarmate e facili da raggiungere.

L’uso della fame come arma di guerra è un atto atroce e crudele. Per questo motivo il mondo deve dotarsi di limiti chiari, riconoscibili, concordati e stabilire meccanismi per sanzionare questo tipo di atti.

Convenzioni di Ginevra: cosa sono

Le Convenzioni di Ginevra sono una serie di trattati internazionali il cui scopo è limitare l’uso della forza nei conflitti, per umanizzare le guerre.

La prima convenzione fu siglata nel 1864.  Successivamente, nel 1949, l’immenso dolore causato dalle due guerre mondiali spinse gli Stati contraenti a fare un passo in più per mettere delle regole alla guerra. Furono concluse quattro importantissime convenzioni che servivano, sinteticamente, a controllare qualcosa di inaccettabile per l’umanità: l’uso indiscriminato della forza contro le donne, i bambini, il resto della popolazione civile… e anche verso combattenti disarmati o prigionieri. Cercavano di mettere oggettività in una situazione inaccettabile.

Convenzioni di Ginevra: sono ancora applicabili?

Le Convenzioni di Ginevra sono assolutamente applicabili alle guerre di oggi. Nel 1977, infatti, sono stati integrati dei Protocolli aggiuntivi relativi ai conflitti interni o civili (la maggior parte dei conflitti attuali).

Nel 2018, inoltre, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato la Risoluzione 2417 che riconosce l’insicurezza alimentare causata dalla guerra come una questione di pace e sicurezza e condanna fermamanete l’uso della fame come metodo di guerra. La Risoluzione vieta esplicitamente gli attacchi contro i civili e contro le infrastrutture civili critiche – incluse fattorie, mercati, sistemi idrici e altri elementi essenziali per produrre e distribuire alimenti.

Un passo molto importante per far rispettare tali disposizioni è stata la creazione, nel 1998, della Corte penale internazionale, un tribunale internazionale competente a giudicare chi commesso gravi crimini di rilevanza internazionale, tra cui quelli di genocidio, crimini contro l’umanità e crimini di guerra.

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, inoltre, negli anni ’90 ha creato un Tribunale penale internazionale per l’ex-Jugoslavia e un altro per il Ruanda, con l’obiettivo di processare gli individui che si sono macchiati di crimini contro l’umanità e di altri crimini in violazione delle Convenzioni di Ginevra nel corso dei due conflitti.

Cosa si può fare per fermare l’uso della fame come arma di guerra

I membri della comunità internazionale, gli Stati, hanno l’obbligo morale e l’interesse strategico di condannare chi usa la fame come arma di guerra, una pratica già vietata nelle Convenzioni di Ginevra del 1949, e di sviluppare meccanismi per identificare atti e autori e perseguirli.

In quasi 20 anni di esistenza, la Corte Penale Internazionale ha analizzato 30 casi, tra cui alcuni relativi a crimini di guerra. I giudici hanno emesso ad oggi 35 mandati di arresto. Grazie alla collaborazione degli Stati, 17 persone sono rinchiuse nel centro di detenzione Cpi e 13 sono latitanti. Le accuse sono state ritirate contro 3 persone perché morte. Sono stati emessi 9 mandati di comparizione, 9 condanne e 4 assoluzioni.

Anche le organizzazioni umanitarie hanno un ruolo importante: devono monitorare attentamente sul campo episodi di uso di fame come arma di guerra, ove possibile documentarle per poi comunicarle e denunciarle alle autorità competenti.

Come aiutare le persone che soffrono la fame durante i conflitti?

La pace è la soluzione definitiva! Nel corso di un conflitto, crediamo sia fondamentale proteggere la vita, la salute e il benessere delle famiglie colpite. Ecco perché operiamo nelle zone di guerra più impegnative e complesse del mondo, tra cui Yemen, Siria, Nigeria e Mali.

Aiutiamo i rifugiati e gli sfollati a sopravvivere e a ricostruire le loro vite. Costruiamo infrastrutture essenziali come acqua e servizi igienico-sanitari nei campi profughi. Aiutiamo gli adulti a coltivare il proprio cibo e forniamo ai bambini cure salvavita per la malnutrizione.

In Yemen, ad esempio, il conflitto è iniziato nel 2015 ed ha causato la peggiore crisi umanitaria del mondo. La carestia in corso ha raggiunto livelli estremi: 8 persone su 10 nel Paese hanno bisogno di assistenza umanitaria. Quasi 2,2 milioni di bambini sono gravemente malnutriti e hanno bisogno di cure.

Nonostante le rigide restrizioni all’accesso di aiuti umanitari nel Paese, continuiamo a lavorare in Yemen e abbiamo rafforzato la capacità delle istituzioni locali di curare i casi di malnutrizione più gravi.

Distribuiamo denaro alle famiglie più colpite dall’insicurezza alimentare per consentire alle madri di acquistare il cibo di cui hanno bisogno per nutrire i loro figli.

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