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Giornata mondiale del Rifugiato

20 Giugno 2018

La Giornata Mondiale del Rifugiato viene celebrata ogni 20 giugno, per commemorare tutte le persone che sono state costrette a fuggire dalle loro case. Secondo i dati dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati sono 66 milioni gli sfollati forzati nel mondo. Oltre a questa cifra, ci sono altri dati che vale la pena ribadire in questo giorno:

  • Più della metà dei rifugiati sono bambini, molto più vulnerabili alla malnutrizione.
  • Oltre 10 milioni di persone sono apolidi.
  • 189.300 sono i rifugiati reinsediati.
  • Oltre il 55% dei rifugiati in tutto il mondo proviene da tre Paesi: Sud Sudan (1,4 milioni), Afghanistan (2,5 milioni) e Siria (5,5 milioni).
  • Una persona sfollata trascorre in media 17 anni lontano da casa.

Oltre a queste cifre eccezionali, è necessario guardare alle aree del mondo in cui la crisi dei rifugiati è maggiore.

CONFLITTO BOKO HARAM

La crisi provocata dal gruppo terroristico Boko Haram ha causato un notevole spostamento di popolazione in Nigeria e nel bacino del lago Ciad (Ciad, Niger e Camerun), colpendo milioni di persone. In tre anni, è diventata la più grande crisi umana nella regione, dove la portata della violenza ha avuto conseguenze terribili, compreso il reclutamento forzato di minori.

CIAD: BISOGNI ESSENZIALI

La regione del Lago Ciad ha affrontato problemi strutturali per decenni e le violenze nel nord della Nigeria hanno solo aggravato la situazione. Le popolazioni locali sono immerse in una lotta quotidiana per soddisfare i loro bisogni primari. Allo stesso tempo, le atrocità di Boko Haram hanno spinto decine di rifugiati a scappare dal conflitto. Il “trasferimento” di queste persone in quasi 60 isole del Lago Ciad ha esacerbato i problemi degli sfollati e ha favorito l’emergere di insediamenti spontanei di rifugiati e sfollati interni.

NIGER: LA REGIONE DI DIFFA IN CRISI PERMANENTE

La regione di Diffa in Niger è estremamente vulnerabile ai cambiamenti climatici e alle crisi economiche. Ha anche notevoli problemi di sicurezza, malnutrizione, sicurezza alimentare e accesso all’acqua e servizi igienici in generale. Alcune aree rimangono inaccessibili agli attori umanitari.

Rifugiati in Niger. Foto: Sammuel Hauenstein

NIGERIA: RISCHIO DI CARESTIA

Il conflitto nel Nord del Paese con Boko Haram ha costretto oltre 205.000 nigeriani a fuggire in Camerun, Ciad e Niger. Dal 2015, la popolazione di rifugiati è rimasta relativamente stabile a causa della costante violenza e dei ritorni spontanei in Nigeria. Migliaia di rifugiati e civili dipendono dall’assistenza umanitaria per sopravvivere.

CAMERUN: IL CONFLITTO AUMENTA L’INSICURITÀ ALIMENTARE

Al confine con la Nigeria, la regione del Nord del Camerun affronta i rischi legati ai flussi migratori di persone in fuga dal conflitto di Boko Haram. La regione è stata destabilizzata da un deterioramento nella sicurezza a causa di violenze e attacchi terroristici. Approfittando delle divisioni socio-economiche e religiose, Boko Haram ha ampliato la sua influenza nell’area e creato numerose aree di conflitto nella regione.

Oltre a fornire cibo, acqua potabile e sostegno psicologico, per alleviare il trauma psicologico causato dal conflitto, la nostra risposta alla crisi dei rifugiati si concentra sulla fornitura di soluzioni a lungo termine e sul sostegno all’accesso all’asilo e alla protezione. 

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