In occasione del World Water Day, Azione Contro la Fame invita i donatori ad aumentare gli sforzi per garantire che i fondi per l’accesso all’acqua potabile e per strumenti e servizi igienico-sanitari riescano a venire incontro alle esigenze dei tanti che spesso vengono trascurati, anche nel corso delle crisi umanitarie.
Acqua, risorsa vitale soprattutto durante le emergenze
Le emergenze hanno un impatto significativo sulla capacità delle persone di accedere ad acqua potabile sicura e a strutture igienico-sanitarie adeguate. Nel 2018, 80 milioni di persone, quanto la popolazione della Germania, sono state private dell’accesso all’acqua potabile a causa delle crescenti e protratte crisi umanitarie. Tutto questo incoraggia la diffusione delle malattie trasmesse dall’acqua e ha gravi conseguenze per la salute e l’alimentazione.
Acqua, allarme in Yemen
Durante il conflitto ancora in corso in Yemen, molte infrastrutture di approvvigionamento idrico sono state distrutte o non funzionano più correttamente, privando oltre metà della popolazione dell’accesso a una fonte sostenibile d’acqua. In questo quadro si è sviluppata un’epidemia di colera che ha ucciso oltre 2.800 persone, lasciando due milioni di bambini malnutriti. “La comunità internazionale non riesce a soddisfare i bisogni di questi milioni di soggetti e nel 2018, i proventi dai donatori hanno coperto solo il 42% del fabbisogno idrico delle persone colpite da crisi umanitarie” afferma Michael Siegel, Advocacy Adviser in Azione Contro la Fame.
Acqua contaminata nei campi profughi Rohingya
In Bangladesh i 900.000 rifugiati Rohingya sono stati trascurati dalla comunità internazionale. Un solo dato: l’89% dell’acqua consumata dai rifugiati a casa è contaminata, e a fronte di questo lo scorso anno i donatori sono riusciti a mobilitare solo un quarto dei fondi necessari per venire incontro alle necessità di acqua sicura e potabile e strumenti igienico-sanitari. Inoltre, i finanziamenti esistenti sono spesso inefficienti e rispondono in modo inadeguato alle esigenze delle popolazioni colpite dalle guerre.
Libano, non c’è acqua nei campi profughi siriani
Dopo otto anni dall’inizio della crisi siriana, a causa dell’assenza di manutenzione delle reti idriche, il 90% dei campi profughi spontanei in Libano non ha accesso a una fonte diretta di acqua e i rifugiati spesso dipendono dal trasporto di acqua. “I donatori non dovrebbero accontentarsi di finanziare soluzioni a breve termine, costose e insostenibili”, afferma Siegel. La Giornata Mondiale dell’Acqua è un campanello d’allarme affinché la comunità internazionale mobiliti fondi sufficienti e adeguati per fornire un accesso immediato e sostenibile all’acqua potabile per le popolazioni di rifugiati e sfollati a causa dei conflitti.
Acqua potabile: l’opera di Azione Contro la Fame
Ogni anno, Azione Contro la Fame fornisce assistenza in materia di acqua, igiene e servizi igienico-sanitari a oltre 6 milioni di persone. Questi interventi sono una priorità assoluta e immediata in un’emergenza umanitaria e rappresentano il 30% dei progetti guidati dall’associazione. La consegna di acqua potabile tramite camion, la riabilitazione delle reti idriche, ma anche l’implementazione di servizi igienici efficienti e buone pratiche igieniche sono essenziali per combattere efficacemente la fame. Secondo l’OMS, il 50% della malnutrizione infantile è dovuta ad acqua non sicura, servizi igienici inadeguati e scarsa igiene.