Oltre 100 ristoranti aderenti; altri 50 potrebbero iscriversi nei prossimi giorni. Decine di eventi territoriali con i road trip promossi, in tutta Italia, da chef e ristoratori per sensibilizzare ulteriormente i propri clienti sul tema della lotta alla fame e della malnutrizione infantile nel mondo. Sono i primi numeri della settima edizione di “Ristoranti contro la Fame”, che prenderà il via domani, in occasione della Giornata mondiale dell’Alimentazione, con la consueta regia di Azione Contro la Fame.
Il progetto, in questi anni, ha trovato ospitalità in oltre 700 attività della ristorazione italiana e ha raggiunto, complessivamente, oltre 500.000 persone. Nel corso di questa edizione, che rientra nell’ambito dell’iniziativa di sensibilizzazione “Mai più Fame”, i clienti, all’interno dei ristoranti, potranno donare, fino al 31 dicembre, due euro con l’acquisto di un “piatto solidale”, 50 centesimi scegliendo una “pizza solidale” e altrettanti consumando una bottiglia d’acqua.
A proposito di acqua: “Ristoranti contro la Fame” collaborerà con un partner di eccezione che condivide gli stessi valori e la stessa sfida di un mondo senza fame. Si tratta di Acqua VALVERDE che nasce ai piedi del Monte Rosa, in un territorio riconosciuto nel 2013 patrimonio dell’Unesco. Sarà sponsor dell’iniziativa e, in particolare, donerà un quantitativo gratuito ai ristoranti aderenti per favorire l’attività di raccolta fondi.
Sono tanti gli chef noti al grande pubblico che non faranno mancare il proprio sostegno. Spiccano gli “ambassador” Cristina Bowermann, Cesare Battisti, Giancarlo Morelli, Claudio Sadler, Vincenzo Florio. Ma non solo: nel 2021, “Ristoranti contro la Fame” accoglierà anche, per la prima volta, tutti i cinque Ristoranti Armani presenti in Italia, a Milano e a Bologna. Si tratta di alcuni degli oltre 20 locali aperti in tutto il mondo da Giorgio Armani, premiato nel 2018 con la Stella Michelin.
Sarà l’occasione per tornare a godere del piacere di un pranzo o di una cena in totale sicurezza, contribuendo, da un lato, al rilancio della ristorazione e, dall’altro, all’impegno per liberare il mondo dalla fame. Secondo il rapporto pubblicato dalla FAO (The State of Food Security and Nutrition), del resto, sono 811 milioni le persone che ne soffrono a causa di guerre, cambiamenti climatici e disuguaglianze.
Saranno quattro le attività sul campo che saranno sostenute dall’organizzazione attraverso l’iniziativa. In Sahel l’organizzazione sosterrà ancora l’intelligenza artificiale per contrastare i cambiamenti climatici con un progetto innovativo che combina le immagini satellitari e i dati raccolti dai pastori per monitorare la siccità e guidare gli allevatori verso pascoli migliori; in India, Azione Contro la Fame darà seguito alla realizzazione degli “orti giardino”, pensati per liberare i più vulnerabili dall’insicurezza alimentare, proiettandoli verso l’autosufficienza; in Libano, il network si occuperà del sostentamento delle comunità di rifugiati con l’obiettivo di migliorare le loro condizioni socioeconomiche con l’accesso ai beni di prima necessità.
Il progetto promosso in Italia, “Dall’emergenza all’autonomia”, consiste, infine, in una attività “pilota” che, in un momento di emergenza economica e sociale, mira a contrastare l’insicurezza alimentare nel nostro Paese. L’intervento, nella sua prima fase, coinvolgerà 50 famiglie vulnerabili della periferia di Milano, per un totale di 250 persone, già nel 2022. L’obiettivo dell’organizzazione è quello di estendere l’iniziativa anche in altri territori. D’altra parte, anche in Italia, pur con forme diverse, molte persone vivono una condizione di insicurezza alimentare (5,6 milioni nel in povertà assoluta, Istat).
Tre i cardini del progetto: un contributo alla spesa settimanale, per fornire un supporto nutrizionale immediato; la promozione di una educazione alimentare allo scopo di favorire tra i beneficiari l’adozione di una dieta sana ed equilibrata; la formazione per migliorare le capacità personali, sociali e professionali utili per favorire l’autonomia e, così, la sicurezza alimentare a lungo termine. Il programma riserverà una particolare attenzione alle famiglie con due o più figli (soprattutto con bambini con età inferiore ai 5 anni), con donne in gravidanza o neomamme, con genitori disoccupati o impegnati in lavori occasionali.
Con un pianeta che è, in realtà, in grado di produrre cibo a sufficienza per tutti, cure contro la malnutrizione infantile da tempo disponibili, efficaci e a basso costo, progetti di cooperazione in grado di realizzare l’autosufficienza delle comunità vulnerabili, siamo la prima generazione della storia che può eliminare la fame Motivati dallo stesso nostro auspicio anche i ristoranti e i partner dell’iniziativa sono pronti a lavorare al nostro fianco per dare cibo a chi non ce l’ha. Gli italiani, oggi, hanno un motivo in più per pranzare o cenare al ristorante o in pizzeria: la solidarietà. Recarsi in uno dei locali aderenti diventa non solo un’opportunità per dare cibo ed alimenti terapeutici ai bambini malnutriti nel Sud mondo ma anche un modo per consentire alle famiglie più vulnerabili del nostro Paese di sconfiggere la fame