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Alok Sharma, Presidente COP26: "Sono molto dispiaciuto"Alok Sharma, Presidente COP26: "Sono molto dispiaciuto"

Il miglior risultato della COP26?

22 Novembre 2021

Sono profondamente dispiaciuto.

Alok Sharma - Presidente della COP26

Queste parole, pronunciate dal presidente di Cop26 Alok Sharma, sono la drammatica chiusura della COP26, il vertice sul clima dell’ONU. Il suo viso era stravolto dalla delusione, la sua voce spezzata da un nodo in gola.

IL MIGLIOR RISULTATO DELLA COP26?

Nessuno. Ogni decisione è stata rimandata all’anno prossimo.

1 anno può sembrare poco ai leader politici forse più preoccupati dai propri risultati elettorali nazionali, ma dimenticano che ogni anno muoiono 2 milioni di bambini a causa della malnutrizione e che i cambiamenti climatici causano un aumento continuo del numero di persone che soffrono la fame.

È il pianeta che ci chiede di fermare il cambiamento climatico e di trasformare i nostri sistemi alimentari per renderli più equi, resilienti e sostenibili. Per evitare la morte inaccettabile di 2 milioni di bambini che non hanno da mangiare, quando ci sarebbe cibo a sufficienza per tutti.

CONTINUERÀ A PAGARE CHI INQUINA DI MENO

I Leader politici hanno detto che “il lavoro inizia ora”. Ma, nonostante anni di colloqui, le emissioni continuano ad aumentare e i Paesi più ricchi non finanzieranno adeguatamente i Paesi più a rischio ad affrontare le perdite e danni devastanti causati dai cambiamenti climatici.

IL TERMOMETRO NON SCENDERÀ

La COP26 non ha deciso nulla di concreto per contenere l’aumento delle temperature globali medie sotto 1,5 °C, soglia oltre la quale le conseguenze del riscaldamento globale avranno effetti catastrofici per l’umanità.

ANCORA COMBUSTIBILI FOSSILI

L’accordo finale sancisce che l’utilizzo del carbone verrà ridotto anziché eliminato, come si sperava all’inizio. Nessun cenno, inoltre, a limitare l’estrazione di petrolio e degli altri idrocarburi: i Paesi ricchi hanno ancora il semaforo verde per continuare a inquinare con le attività di estrazione.

LA FAME SI FA SENTIRE, ORA

Un altro anno per riflettere è inaccettabile perché già oggi quattro tra i cinque Paesi più vulnerabili ai cambiamenti climatici stanno affrontando gravi emergenze. Dalla carestia causata dalla siccità in Madagascar agli sciami di locuste che distruggono i raccolti nell’Africa orientale, la vita di milioni di persone è in grave rischio.

2 BUONE NOTIZIE (PER FORTUNA CI SONO)

È stato raggiunto un accordo contro la deforestazione, firmato dai leader di più di 100 Paesi che promettono di fermarla entro il 2030.

108 Paesi, inoltre, hanno firmato un accordo in cui si impegnano a ridurre del 30 per cento le emissioni di metano entro il 2030. Purtroppo, però, non lo hanno sottoscritto alcuni tra i maggiori produttori di metano come Cina, India e Russia.

Continueremo a lottare per un mondo più giusto e libero dalla fame. Una lotta che passa per la soluzione alla crisi climatica, che rischia di costringere alla fame milioni di persone nei prossimi anni.

Non ci arrenderemo fino a che i Leader politici non avranno il coraggio di agire con azioni concrete!

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