Da quando la coalizione araba ha lanciato l’operazione Decisive Storm con il supporto della comunità internazionale, circa 2000 persone sono state uccise e i feriti sono oltre 8000.
Come spesso accade, a soffrire maggiormente sono stati i civili, braccati dalla violenza e lottando per soddisfare i propri bisogni primari in mezzo a porti ed aeroporti bloccati che limitano l’accesso al carburante ed al cibo.
In questo contesto, Azione Contro la Fame ribadisce il richiamo urgente per la rimozione dei blocchi sull’ingresso di beni essenziali e rifornimenti che stanno paralizzando le comunità e riducendo la capacità operativa delle agenzie umanitarie.
“Nulla sta migliorando da oltre 3 mesi” dice Franck Lepaul, direttore delle operazioni in Yemen di Azione Contro la Fame. “Insieme alla scarsità di carburante, è problematica l’impossibilità di fornire beni essenziali”.
Mentre è stato possibile fornire dell’aiuto umanitario a Sana’a, l’accesso rimane estremamente limitato nelle aree maggiormente colpite nel Sud del paese.
Un team per le emergenze è stato inviato in Yemen il 25 Maggio per sostenere e rafforzare i programmi che stiamo conducendo per i bambini gravemente malnutriti, in modo particolare a Sana’a e Hodeida. Anche prima del conflitto, lo Yemen registrava uno dei più alti tassi di malnutrizione infantile del mondo.
“Gli ospedali e le ONG – Organizzazioni Non Governative – spesso reclamano scarsità di stock” dice Lepaul. “Fortunatamente questo problema non si è ancora diffuso. I soccorritori stanno anche lottando per raggiungere le persone bisognose perché non hanno il carburante per arrivarci”.
L’aumento dei prezzi dei beni non lavorati rende questi prodotti inaccessibili ai più poveri. Ad Aden alcuni cibi – come il grano – sono difficilmente reperibili e ci aspettiamo, quindi, un inevitabile e rapido deterioramento della situazione alimentare della zona.
In alcune aree del Nord la gente si sposta in continuazione: prova a scappare dalle violenze e cerca beni di prima necessità per sopravvivere.
Per salvare e curare più persone possibile, Azione Contro la Fame sta proseguendo senza sosta i suoi interventi di emergenza nei 10 distretti di Hodeida e Hajjah, che i loro abitanti siano sfollati o meno. Abbiamo preso in cura decine di bambini affetti dalla più mortale forma di malnutrizione, ed oltre 200 hanno ricevuto cure mediche per insufficienze respiratorie. diarrea e infezioni cutanee. In entrambi i distretti abbiamo distribuito kit igienici e filtri per l’acqua a 1000 famiglie e 50000 persone hanno ricevuto assistenza alimentare.
I BLOCCHI DEVONO ESSERE ABOLITI
Attraverso il sostegno all’embargo delle armi, La risoluzione dell’ONU 2216 ha condotto ad un blocco quasi totale della nazione. La popolazione civile dello Yemen non dovrebbe pagare il prezzo di una decisione collettiva del consiglio di sicurezza dell’ONU.
L’aiuto umanitario, già limitato, non può soddisfare i bisogni di base dei quasi 20 milioni di Yemeniti che l’ONU stima essere in stato di necessità di aiuti umanitari. Fra questi, circa 5 milioni di persone soffrono di insicurezza alimentare grave e ciò significa che queste persone spesso non mangiano per alcuni giorni. Per questo deve essere implementata urgentemente una azione alternativa che permetta l’entrata in Yemen di beni essenziali.
Bisogna evitare una catastrofe in una situazione già disperata.
“L’attuale blocco della nazione sta soffocando le comunità” ha detto Lepaul. “Sia dal punto di vista umanitario che del diritto umanitario internazionale, tutto questo non è accettabile, ed è estremamente pericoloso”.
“Un repentino aumento dell’insicurezza alimentare nelle settimane e nei mesi a venire con sacche di carestie, ora è un’ipotesi credibile”.