L’instabilità nella regione del bacino del lago Ciad ha provocato massicci spostamenti della popolazione in Nigeria e nei Paesi vicini (Ciad, Niger e Camerun). Sono diversi milioni le persone colpite.
Si tratta della più grande crisi umanitaria degli ultimi quattro anni nella regione. Dal maggio 2013, violenze e atti terroristici sono aumentati in Nigeria e nei Paesi limitrofi, colpendo soprattutto i civili destinate e le comunità locali. Questa situazione ha causato massicci sfollamenti interni e transfrontalieri, con implicazioni umanitarie senza precedenti nella regione del Lago Ciad.
Secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, 2.6 milioni di persone sono sfollate nella regione, tra cui 1.64 milioni di sfollati interni in Nigeria e più di 183.000 rifugiati nei Paesi limitrofi. Questi movimenti aggravano ancora di più la già precaria situazione, aumentando la scarsità di cibo (in zone dove le risorse sono molto limitate) e il rischio di epidemie di malattie infettive come il colera.
Il fabbisogno di cibo, protezione, riparo, salute, nutrizione, acqua e servizi igienici è notevolmente aumentato nel corso dell’ultimo anno ed è un tragurdo lontano i dall’essere raggiunto nelle zone colpite. Si stima che nel 2017 saranno 7.1 milioni le persone che soffrono di insicurezza alimentare e 540.000 i bambini che soffrono di malnutrizione acuta grave.
Inoltre, a causa della persistente instabilità, le organizzazioni umanitarie devono affrontare grandi difficoltà per accedere alle popolazioni colpite e per valutare l’entità del bisogno in aree remote e in quelle recentemente riprese dagli eserciti nazionali.
Nella regione del lago Ciad, la nostra strategia è fornire una risposta di emergenza multisettoriale alla grave crisi alimentare e nutrizionale. In parallelo, contribuiamo alla ripresa economica e alla costruzione di capacità di recupero e coesione sociale delle zone più colpite dal conflitto, per uscire dalla crisi.
I nostri principali punti di intervento sono:
•Rispondere e prevenire l’insicurezza alimentare e la malnutrizione attraverso l’assistenza alimentare d’emergenza (cibo, denaro contante, coupon) o supplementi nutrizionali per le persone a rischio.
•Curare i bambini affetti da malnutrizione acuta grave.
•Fronteggiare l’emergenza delle popolazioni sfollate e dei rifugiati, in particolare attraverso i programmi di igiene, accesso all’acqua pulita e assistenza sanitaria.
•Guidare un’azione regionale che mobiliti un’adeguata risposta umanitaria, efficace e coordinata.