Oltre 490 persone hanno perso la vita a Freetown, in Sierra Leone, a causa delle inondazioni che hanno colpito il Paese dal 14 agosto. Il numero di dispersi resta ancora elevato e si calcola che siano circa 6.000 le persone in emergenza.
“Le necessità più urgenti e immediate sono l’accesso all’acqua potabile, alle strutture igienico-sanitarie, a ripari sicuri, alle medicine, alle coperte e al supporto psicologico. Malattie come il colera costituiscono una grande minaccia in queste situazione e richiederanno gli sforzi congiunti da parte di tutti pe minimizzare i rischi”, dice Abdelgadir Ahmed, Direttore Pease di Azione Contro la Fame in Sierra Leone.
Le inondazioni hanno spazzato via strutture sanitarie, pozzi d’acqua, limitando drasticamente l’accesso ad acqua pulita e servizi igienici. Per rispondere alle necessità immediate e per fornire acqua potabile sicura, sono stati installati 8 serbatoi d’acqua da 5000 litri nelle comunità colpite. Questi serbatoi sono riempiti due volte al giorno per rispondere alle esigenze delle famiglie.
Parallelamente, il team di Azione Contro la Fame ha raggiunto 200 famiglie con kit per l’igiene, comprendenti secchi e filtri per l’acqua, sapone da bagno, detersivo in polvere, borracce e pastiglie per disinfettare l’acqua. 74 famiglie hanno anche ricevuto acqua in bottiglia mentre i serbatoi erano in fase di installazione.
Queste distribuzioni sono supportate dalla promozione di pratiche igieniche per creare consapevolezza sulla diffusione delle malattie portate dall’acqua sporca. Il semplice lavaggio delle mani con il sapone può ridurre la possibilità di contrarre la diarrea di quasi il 40 per cento.
Cosa fa Azione contre la Fame
Lavoriamo in Sierra Leone dal 1991 per affrontare il problema della malnutrizione.
Subito dopo la frana, in quanto parte del Consorzio WASH di Freetown, abbiamo iniziato a lavorare con il governo e con altri partner per valutare le esigenze e sviluppare un piano di risposta alle emergenze per prevenire lo sviluppo di una grave crisi sanitaria.
La gente ha bisogno di acqua pulita, riparo, cibo, ma anche di sostegno psicologico. Non dobbiamo dimenticare che il Paese si è appena ripreso dall’epidemia di Ebola, che ha colpito profondamente la popolazione.
La nostra risposta WASH (acqua e igiene)
Abbiamo installato 8 serbatoi d’acqua da 5000 litri, per un totale di 11 punti d’acqua nelle comunità di Culvert, Pamuronkoh, Bottom Oku e Water street (Wellington). Stiamo distribuendo 40.000 litri di acqua al giorno, raggiungendo 2.667 persone su base giornaliera. Inoltre, le nostre squadre distribuiscono patiglie disinfettanti a tutte le persone che raccolgono acqua.
Il nostro team iniseme ai volontari per la gestione delle catastrofi (DMVs) e agli operatori per la salute della Comunità (CHWs) stanno conducendo una campagna di promozione dell’igiene casa per casa.
Abbiamo condotto una valutazione su 8 punti d’acqua nelle comunità colpite dalle alluvioni: tutti erano contaminati. Ne ripristineremo 4. Quelli costruiti vicino a discariche di rifiuti erano già inclini a essere contaminati dalle piogge casuali.
La nostra risposta in NUT (nutrizione e salute)
La frana ha colpito comunità che erano già vulnerabili alla malnutrizione a causa delle loro precarie condizioni di vita, che risultavano in un’assunzione inadeguata di sostanze nutritive o malattie dovute alla scarsità di servizi igienici e sanitari; Il loro stato nutrizionale è incline a deteriorarsi nelle prossime settimane. Per valutare la situazione e prevenire un ulteriore deterioramento, stiamo lavorando con gli operatori sanitari di comunità a Kaningo, Kamayama e Culvert per condurre uno screening per la malnutrizione nei bambini al di sotto dei 5 anni. I bambini malnutriti verranno indirizzati a centri sanitari per il trattamento necessario.