Nel mezzo di guerre cilivi, eventi catastrofici e crisi umanitarie, il rapporto “Il futuro dell’aiuto umanitario: le Organizzazioni Non-Governative Internazionali (ONGI) nel 2030” (The Future of AID: INGOs in 2030) invita le organizzazioni umanitarie a cambiare la loro cultura interna e le loro abitudini, perché solo trasformandosi potranno riuscire ad aiutare chi ne ha più bisogno.
Con questo obiettivo in mente, l’Inter-Agency Regional Analyst Network (IARAN) – un consorzio di istituti accademici e grandi ONGI tra cui Azione Contro la Fame – ha prodotto un report sul futuro dell’intero settore umanitario, da oggi al 2030. L’IARAN si occupa di consigliare alle organizzazioni umanitarie come determinare le loro strategie sulla base di ricerche e analisi, con lo scopo di trasformare gli attori umanitari da tattici del presente a strateghi orientati al futuro.
Il report sarà presentato in Italia il 23 novembre in occasione del convegno “Azione umanitaria: quale futuro?” organizzato dal Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Napoli Federico II. Il convegno fornisce un’occasione per ampliare il dibattito coinvolgendo rappresentanti delle ONGI, dell’IARAN e docenti universitari.
Il direttore dell’IARAN, Michel Maietta, ci avvisa che “se le ONGI non riusciranno a diventare più adattabili e più strategiche nel rispondere alle crisi dei prossimi 15 anni, queste saranno rimpiazzate da attori più agili provenienti dal settore privato, da gruppi religiosi, da organizzazioni della società civile e da eserciti nazionali.” Maietta conclude che “il rapporto dell’IARAN ci aiuta ad essere pronti ad adattarci al futuro del settore umanitario e dello sviluppo presentando 5 tipologie di ONGI di domani”.
Simone Garroni, Direttore di Azione Contro la Fame Italia, aggiunge che “per continuare a contribuire a risolvere il problema della fame nel mondo dando un valore aggiunto bisogna guardare in anticipo all’evoluzione del contesto e comprendere il ruolo di nuovi attori, soprattutto a livello locale, e adattare il proprio ruolo di conseguenza”.
Infine, il Direttore Umanitario di Save the Children International, Daniele Timarco, commenta il report dell’IARAN: “Il solo modo di affrontare un futuro caratterizzato da disastri naturali sempre più frequenti, da crisi umanitarie sempre più protratte e da flussi migratori in continuo aumento, è di rafforzare la collaborazione tra ONGI – da soli non riusciremo ad affrontare problemi globali. Questo report ci ricorda proprio questo, che insieme siamo piu forti.”
In tempi di rapido cambiamento globale e di crisi prolungate – come in Somalia, Siria, Sud Sudan ed Iraq – le ONGI devono cominciare ora ad affrontare la triste direzione in cui ci stiamo dirigendo. Per fare ciò, è necessaria l’adozione di una visione olistica e a lungo termine. Ora più che mai un cambiamento nell’approccio delle organizzazioni umanitarie è necessario. Questo report fornisce un contributo prezioso per aiutare le ONGI ad affrontare questa sfida essenziale fino al 2030.