Repubblica Democratica del Congo
Il contesto
52% della popolazione della provincia di Ituri soffre di insicurezza alimentare. Tra le cause i cambiamenti climatici, i conflitti interni, il diffondersi di diverse epidemie, la mancanza di assistenza sanitaria gratuita e di strutture adeguate.
La malnutrizione acuta severa (SAM) in quest’area è del 6,1%, ovvero al di sopra della soglia di emergenza stabilita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) di >2% (EFSA Ituri 2018).
La copertura della gestione integrata della malnutrizione acuta è solo del 39% (EFSA Ituri 2018).
La nostra risposta
Obiettivo del nostro intervento è contribuire a ridurre la mortalità e la morbilità tra i bambini sotto i 5 anni di età, migliorando la sicurezza nutrizionale della popolazione nel territorio di Mambasa, provincia di Ituri, Repubblica Democratica del Congo, lavorando alla prevenzione e al trattamento della malnutrizione di bambini sotto i 5 anni di età, di donne incinte e in allattamento, per un totale di oltre 56mila persone.
Per fare ciò promuoviamo le corrette pratiche nutrizionali presso le famiglie e le strutture comunitarie e curiamo la malnutrizione con cibo terapeutico pronto all’uso, laddove possibile e secondo i protocolli internazionali, rinviando i casi più complessi, che vanno ospedalizzati.
Sahel
Il contesto
Il Sahel rappresenta una delle regioni al mondo più colpite dalla crisi climatica. In questa fascia di terra lunga oltre cinquemila chilometri, non sono quattro bensì cinque le stagioni dell’anno. La cosiddetta stagione della fame (il periodo compreso tra l’esaurimento delle riserve e l’inizio del raccolto, tra giugno e settembre) è riconosciuta come uno dei periodi in cui viene suddiviso l’anno solare.
29 milioni di persone, nel Sahel, hanno bisogno di assistenza e protezione. Senza finanziamenti adeguati il numero di affamati aumenterà e più di 1,6 milioni di bambini gravemente malnutriti non saranno curati.
La nostra risposta
sviluppato, nel Sahel, un “sistema di allerta precoce” basato sulla combinazione di dati e intelligenza artificiale. Si tratta di un progetto che utilizza il telerilevamento per monitorare lo stato della biomassa.
L’obiettivo è quello di guidare i pastori della regione verso zone migliori in cui effettuare il pascolo: le informazioni raccolte, infatti, sono trasmesse con messaggi radio che indicano una nuova via ai pastori.
India
Il contesto
Il 35% dei bambini malnutriti di tutto il mondo vive in India. 1,08 milioni di bambini muoiono prima del loro quinto compleanno per cause legate alla malnutrizione. Recenti stime sostengono che in India ci sono oltre 300.000 bambini malnutriti in più a causa della pandemia. Inoltre, il 23,6% della popolazione, ovvero circa 276 milioni di persone, vive con meno di 1,25 dollari al giorno per provvedere alle proprie necessità.
Il Covid-19 ha, in qualche modo, dato il colpo di grazia all’India. Oggi, con una stima di 140 milioni di persone senza lavoro, mettere il cibo in tavola è una sfida per moltissime persone.
La nostra risposta
Uno dei progetti avviati consiste nella realizzazione di “orti giardino” in 51 villaggi del distretto di Palghar, nello stato del Maharashtra. La produzione personale di frutta e verdura, avviata con il supporto dell’organizzazione, fornisce alle famiglie l’accesso diretto a importanti nutrienti che potrebbero non essere alla loro portata dal punto di vista economico.
Per rispondere alle loro esigenze, in particolare a quelle delle donne in gravidanza, in allattamento o con bambini sotto i cinque anni, abbiamo creato un progetto che combina sostegno nutrizionale e empowerment femminile, consentendo ai più vulnerabili anche una fonte di reddito aggiuntivo grazie alla vendita di una percentuale dei prodotti dell’orto.
Il contesto
La crisi economica senza precedenti in Libano, acuita dal Covid-19 e dall’esplosione di Beirut dello scorso anno, affronta la sua fase peggiore, impedendo l’accesso ai beni essenziali da parte della popolazione e costringendo sempre più persone a dipendere dagli aiuti umanitari.
Si stima che il Paese ospiti oltre 1,5 milioni di rifugiati siriani, una delle maggiori concentrazioni di rifugiati pro capite al mondo. Quasi 600.000 rifugiati siriani non ricevono alcuna forma di assistenza e supporto. Secondo le Nazioni Unite, il 55 per cento della popolazione vive una condizione di povertà.
La nostra risposta
Per rispondere ai bisogni delle comunità di rifugiati siriani e della popolazione ospitante in alcune delle aree più vulnerabili del Paese, realizzeremo un progetto di supporto ai mezzi di sussistenza attraverso attività di cash for work in ambito ambientale e sociale (raccolta dei rifiuti, riciclo, pulizia di aree comuni e riserve naturali).
In questo modo proveremo a mitigare l’impatto delle normative e delle pratiche che limitano l’accesso al lavoro dei rifugiati siriani e miglioreremo le condizioni socioeconomiche dei rifugiati e dei libanesi vulnerabili, promuovendo il benessere e la coesione sociale.
Il contesto
Torna a crescere la povertà assoluta in Italia. Nel 2020 la povertà assoluta ha riguardato oltre 5,6 milioni di individui (il 9,4% delle persone residenti in Italia, contro il 7,7% dell’anno precedente) di cui 1,3 milioni di bambini.
Il rapporto 2020 sulla povertà della Caritas Italiana rivela il peggiorare della situazione: i nuovi poveri che nel 2020 si sono presentati per la prima volta ai centri Caritas sono passati dal 31% al 45%. Nell’ambito del Comune di Milano, circa 21.000 bambini, già prima della crisi sanitaria, erano in una situazione di povertà assoluta e 1 su 10 non poteva permettersi un’alimentazione sana ed equilibrata. Con la pandemia le richieste di aiuto continuano ad aumentare.
La nostra risposta
Il progetto si svolge a Milano, Municipio 8, presso l’”Hub Spazio Indifesa” del quartiere Gallaratese. L’obiettivo è quello di contrastare la povertà alimentare e favorire la sicurezza alimentare di lungo periodo di 50 famiglie con minori a Milano (stima 200-250 persone), con un approccio integrato di assistenza immediata e supporto all’autonomia.
La priorità viene data a famiglie con 2 o più minori (specie minori di 5 anni), donne incinte e neo-mamme, o con entrambi i genitori disoccupati, working poors o con lavori occasionali. Il progetto prevede un contributo alla spesa settimanale per fornire un supporto nutrizionale immediato, la condivisione di una educazione alimentare e, infine, promuovere una sicurezza alimentare a lungo termine attraverso il miglioramento delle competenze personali e professionali per favorire l’occupabilità.