Povertà, fame e malnutrizione in Italia
I numeri della fame nel mondo continuano a crescere a causa delle conseguenze del cambiamento climatico, delle disuguaglianze e dei conflitti. In alcune aree del mondo, la fame ha raggiunto livelli tali da causare la morte di migliaia di bambini.
Le condizioni di povertà, fame e malnutrizione in cui versano sempre più famiglie e persone sole in Italia è purtroppo un dato strutturale. Non ci sono dubbi: la fame oggi è anche qui.
Oltre 5,7 milioni di persone, pari al 9,7% della popolazione, vivono in condizioni di grave difficoltà economica, di cui 1,3 milioni sono minori. L’incidenza della povertà relativa è al 14,5%, coinvolgendo quasi 8,5 milioni di individui. Questi numeri, purtroppo, sono ormai strutturali ed evidenziano che le politiche pubbliche di contrasto alla povertà sono inefficaci e che sono necessari interventi decisivi e con un orizzonte di lungo periodo.
Come sappiamo bene in Azione contro la Fame, la povertà è spesso il seme di fame e malnutrizione, una situazione che, nel nostro Paese, colpisce soprattutto le famiglie numerose, quelle con figli minori, gli stranieri, i nuclei monogenitoriali e chi è fuori dalle reti di sostegno sociale.
Non è povero solo chi non ha un lavoro, ma anche chi con il lavoro non riesce a soddisfare i bisogni di base: è il caso delle famiglie con persona di riferimento operaio o assimilato.
i numeri della fame in Italia
Il progetto di Azione Contro la Fame in italia
mai più fame: dall'emergenza all'autonomia
L’iniziativa di Azione Contro la Fame in Italia si chiama “Mai Più Fame: dall’emergenza all’autonomia” e vuole dare un sostegno immediato a chi vive in povertà in Italia.
Il progetto nasce partendo dalle famiglie vulnerabili della periferia di Milano e di Napoli che non riescono a fare fronte ai propri bisogni e sono costrette a ridurre i pasti giornalieri e impoverire la dieta.
L’approccio è già testato con successo in Spagna, Palestina, Georgia e diversi paesi dell’America Latina. Il progetto offre sostegno immediato alla spesa nel breve periodo per le persone più vulnerabili. Contemporaneamente, mira a rendere le persone indipendenti dall’assistenza attraverso:
- La formazione e inclusione lavorativa: con percorsi che mirano a migliorare le competenze personali, sociali e professionali, facilitando l’ingresso nel mercato del lavoro.
- L’educazione alimentare: promossa attraverso workshop e consulenze con nutrizionisti per favorire una dieta sana e sostenibile, anche a basso costo.
come interveniamo
Sostegno immediato
Tessere alimentari per l’acquisto di cibo e beni di prima necessità
Educazione alimentare
Per una dieta sana e bilanciata
Sicurezza alimentare
Formazione e sviluppo di competenze personali e professionali
Le famiglie coinvolte
Il progetto dà priorità a coloro che versano in situazione di maggiore bisogno:
- Famiglie con due o più minori (specie di età inferiore ai 5 anni)
- Presenza di donne incinte o neo-mamme
- Entrambi i genitori disoccupati o con lavori occasionali
- Mamme o papà soli con minori a carico
- Donne vittime di violenza
- Disoccupati di lungo termine
- Persone senza titolo di studio
Un risultato fondamentale: il tasso di riattivazione sociale è al 60%
L’approccio di “Mai più fame” funziona, come dimostra il tasso di riattivazione sociale, che ha raggiunto il 60%. Questo dato riflette la percentuale di beneficiari che, dall’inizio del programma, hanno trovato un’occupazione o ripreso un percorso formativo. In pratica, dal 2022, oltre la metà delle persone coinvolte ha intrapreso un cammino verso l’autonomia, partecipando attivamente a iniziative di lavoro e formazione: il 46% di loro ha ottenuto un impiego, mentre il 14% ha scelto di tornare sui banchi di scuola.
I risultati sono stati altrettanto significativi sul fronte dell’educazione alimentare. Tra i partecipanti, il 61% ha ridotto il consumo di zuccheri, il 57% ha diversificato maggiormente la propria dieta, il 70% ha aumentato l’assunzione di acqua, e il 51% ha diminuito il consumo di cibi grassi e ultra-processati. Per monitorare questi cambiamenti nelle abitudini alimentari, è stato utilizzato l’indice Household Dietary Diversity Score (HDDS), uno strumento che misura la varietà della dieta familiare analizzando i cibi consumati nelle ultime 24 ore, suddivisi in 12 gruppi alimentari.
Questi dati vanno oltre le statistiche: raccontano storie di vite in trasformazione e di famiglie che stanno recuperando la speranza, nel nostro Paese, nelle nostre città.