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Mai Più Fame: i progetti supportatiMai Più Fame: i progetti supportati

Mai Più Fame: i progetti supportati

Con la campagna “Mai Più Fame” sosteniamo programmi che agiscono sulle cause strutturali della fame per garantire l’autonomia nel lungo periodo a tante famiglie vulnerabili in Italia e nel mondo.

Repubblica CENTRAFRICANA

Il contesto

Dal 2013, la Repubblica Centrafricana è devastata da crisi politiche e militari, che hanno reso i servizi essenziali, come sanità e nutrizione, accessibili solo a pochi.

Attualmente, 3,4 milioni di persone nel paese necessitano di assistenza umanitaria. Nella regione di Ouham-Pendé, la situazione è particolarmente drammatica: il 30% della popolazione vive in insicurezza alimentare e un bambino su dieci soffre di malnutrizione acuta.

È qui che noi di Azione Contro la Fame stiamo intensificando il nostro intervento, che mira a colmare lacune critiche nei servizi essenziali.

Lotta alla fame in Repubblica Centrafricana
Malnutrizione Repubblica Centrafricana

La nostra risposta

Il nostro progetto punta a garantire servizi sanitari, nutrizionali e psicologici di alta qualità alle persone più colpite, in particolare ai bambini sotto i cinque anni e alle donne incinte o in allattamento.

Il nostro intervento contro fame e malnutrizione

  • Salute e nutrizione: forniamo alle strutture sanitarie locali le risorse necessarie per offrire cure mediche gratuite. Le donne incinte e i bambini ricevono trattamenti per prevenire e curare malattie
    gravi come malaria e infezioni respiratorie.
  • Prevenzione e trattamento della malnutrizione: il nostro approccio “family MUAC” insegna alle famiglie a monitorare la circonferenza del braccio dei bambini per rilevare tempestivamente la
    malnutrizione. Organizziamo anche dimostrazioni di cucina per promuovere pratiche alimentari sane con le risorse locali.
  • Supporto psicosociale: offriamo spazi sicuri per bambini e madri, dove ricevono supporto psicologico e opportunità di gioco.
  • Formazione: formiamo gli operatori sanitari locali per migliorare la qualità delle cure e fornire assistenza psicosociale.
Progetto SAME nel distretto Ituri Congo

India

Il contesto

A Mumbai, una delle città più popolate al mondo, che conta più di 23 milioni di abitanti, la malnutrizione infantile è ampiamente diffusa.

Il 25,3% dei bambini sotto i cinque anni soffre di malnutrizione acuta
grave, mentre il 26,6% è affetto da malnutrizione cronica, che avrà ripercussioni sul loro sviluppo.

Le infezioni gastrointestinali, comuni in queste comunità, colpiscono duramente i bambini, aggravando la loro condizione nutrizionale. L’alimentazione inadeguata, spesso basata su cibi confezionati con scarso accesso a frutta e verdura fresca, aumenta il rischio di carenze nutrizionali.

Noi di Azione Contro la Fame siamo presenti nelle baraccopoli di Andheri e Govandi, caratterizzate da condizioni igieniche precarie, accesso limitato all’acqua potabile e ventilazione insufficiente. Qui i residenti,
in particolare i bambini, sono esposti a gravi rischi per la salute. La scarsa accessibilità ai servizi sanitari aggrava ulteriormente la situazione, rendendo difficile prevenire e curare i casi di malnutrizione.

fame e malnutrizione in india
india malnutrizione

La nostra risposta

Noi di Azione Contro la Fame lavoriamo in India dal 2010. Nel 2025 lanceremo un nuovo programma di intervento mirato a migliorare la salute e la nutrizione dei bambini nelle baraccopoli di Mumbai.
Le principali attività includeranno:

  • Lo screening di 1.800 bambini sotto i cinque anni in 30 Centri Anganwadi, in collaborazione con gli operatori locali, per diagnosticare precocemente la malnutrizione e rafforzare le capacità dei caregiver nel prendersi cura della salute dei bambini.
  • Visite a domicilio e sessioni informative per fornire il supporto necessario alla prevenzione e cura della malnutrizione. Questi interventi coinvolgeranno oltre 2.000 bambini, inclusi neonati, donne incinte e in allattamento.
  • Attività di advocacy, in collaborazione con altre
    organizzazioni, per promuovere politiche e migliorare i servizi essenziali destinati ai bambini nelle aree più vulnerabili.
India: la nostra risposta

Libano

Il contesto

Il Libano, da anni sotto forte pressione a causa della crisi dei rifugiati siriani provocata dal conflitto in Siria, sta ora affrontando una nuova emergenza umanitaria a seguito dell’escalation di violenza lungo il confine con Israele.

L’intensificarsi degli attacchi ha causato un massiccio spostamento interno di persone, con oltre 120.000 sfollati, un aumento del 1.800% rispetto allo scorso anno. Il Paese, già indebolito dalla crisi economica e dalle carenze infrastrutturali, si trova ora in condizioni ancora più critiche.

Le attuali violenze stanno distruggendo importanti infrastrutture civili, aggravando l’insicurezza alimentare nel Paese. In particolare, sono stati devastati oltre 1.800 ettari di terreno agricolo, con la conseguente perdita di 340.000 capi di bestiame e 47.000 ulivi. Queste distruzioni minacciano ulteriormente la sicurezza alimentare del Libano, con proiezioni che indicano che più di 1,14 milioni di persone potrebbero trovarsi in condizioni di grave insicurezza alimentare entro la fine del 2024.

Libano: il contesto
Aiuti umanitari Libano

La nostra risposta

La nostra presenza nel paese risale al 2006. A Baalbeck-Hermel, Bekaa e Nabatieh, ci rivolgiamo da tempo alla popolazione più vulnerabile, con l’obiettivo di ridurre le tensioni tra le comunità e mitigare l’impatto ambientale degli insediamenti. Il nostro progetto in questa zona adotta un approccio integrato e globale in ambito di acqua, servizi igienico-sanitari (WASH) e nutrizione, mirato a migliorare la coesione della comunità e promuovere soluzioni durature.

In seguito alla recente escalation di violenze, noi di Azione Contro la Fame abbiamo ampliato la nostra risposta umanitaria. Finora, l’organizzazione ha distribuito oltre 576.500 litri di acqua potabile, più di 95.000 pasti caldi e circa 8.500 coperte. Sono stati inoltre forniti kit igienico-sanitari specifici per neonati e anziani, mentre 7.500 persone hanno ricevuto assistenza economica diretta per far fronte alle loro necessità immediate. I nostri operatori sul territorio sono stati particolarmente attivi nelle zone di Beirut e della Valle della Bekaa, spesso lavorando fino a tarda notte per garantire che i rifugi collettivi ricevessero le risorse necessarie.

Libano: la nostra risposta

Italia

Il contesto

La fame esiste anche in Italia. Infatti, la povertà è una realtà che coinvolge milioni di persone, in particolare le famiglie con bambini.

Nel 2023, l’8,5% delle famiglie italiane viveva in condizioni di povertà assoluta, un dato che corrisponde a circa 5,7 milioni di persone. Tra queste, 1,3 milioni sono minori, dimostrando quanto la presenza di figli piccoli possa rappresentare un fattore di vulnerabilità.

Le famiglie con almeno un bambino, infatti, registrano un tasso di povertà assoluta del 12%, molto più alto rispetto a quelle composte da persone anziane. Questo scenario evidenzia l’urgenza di interventi mirati per sostenere chi si trova in difficoltà, soprattutto le famiglie con minori a carico.

Italia: il contesto
Napoli progetto Azione Contro la Fame

La nostra risposta

Nel 2022 abbiamo lanciato il Progetto “Mai più Fame: dall’emergenza
all’autonomia” con l’obiettivo di contrastare la povertà e l’insicurezza alimentare nel nostro Paese, dapprima a Milano e poi a Napoli.
L’iniziativa ha coinvolto complessivamente 307 beneficiari fino a luglio 2024, con una particolare attenzione alle famiglie più vulnerabili, come quelle con due o più figli, monogenitoriali, con bambini sotto i cinque anni, donne in gravidanza o neomamme e genitori disoccupati o impiegati in lavori precari.
Ogni ciclo del progetto, della durata di quattro mesi, si è sviluppato su tre principali direttrici:
Contributo alla spesa mensile per garantire supporto immediato.
Educazione alimentare per favorire l’adozione di una dieta sana ed equilibrata.
Formazione e inclusione lavorativa: volta a migliorare le competenze personali, sociali e professionali dei partecipanti, stimolandone la motivazione e valorizzando le loro “soft skills”, per facilitare l’inserimento nel mondo del lavoro.

Il progetto ha raggiunto risultati importanti, dimostrando la sua capacità di rispondere in modo concreto e duraturo ai bisogni nutrizionali e occupazionali delle famiglie in difficoltà, facilitando il percorso verso l’autonomia e l’inclusione sociale.

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