Nel villaggio di Hawsh Barada, nella valle della Beqaa in Libano, si trova un insediamento di rifugiati composto da tende distribuite su un grande terreno agricolo. I rifugiati si sono stabiliti lì dopo essere fuggiti dalle loro case in Siria, per scappare dalla guerra scoppiata nel 2011. Tra quei profughi, c’è Khaldiyeh, una madre di tre bambini incinta del suo quarto figlio.
Tre anni fa, Khaldiyeh e i suoi figli fuggirono dalla loro città natale Homs per cercare maggiore sicurezza in Libano. Suo marito, un venditore di verdure a Homs, non si unì a loro se non quasi due anni dopo, lasciando Khaldiyeh a gestire la famiglia con poco o nessun reddito. La donna lavorava nel campo del proprietario terriero, raccogliendo tabacco, patate e altre verdure, mentre i vicini si prendevano cura dei suoi figli piccoli. “Il mio lavoro non mi faceva guadagnare molto, ma mi permetteva di portare a casa alcune delle verdure raccolte e comprare del pane per nutrire i miei figli,” ci racconta Khaldiyeh.
Grandi difficoltà nel sostentamento quotidiano sono evidenti per il milione circa di rifugiati siriani presenti in Libano, la maggior parte dei quali vive in insediamenti di tende sparsi in tutto il Paese. Con il sostegno del Ministero degli Esteri francese e dell’Ambasciata di Francia in Libano, Azione contro la Fame ha realizzato un progetto che mira ad abbinare l’assistenza alimentare a una graduale produzione alimentare per migliorare le pratiche nutrizionali tra le famiglie vulnerabili in diverse località del Governatorato di Baalbak-Hermel.
Il progetto è iniziato alla fine del 2016 e finora ha contribuito a migliorare l’accesso, la disponibilità e l’uso di alimenti nutrienti, attraverso la fornitura di Buoni per Cibo Fresco (Fresh Food Vouchers) alle famiglie bisognose, la creazione di orti rurali e urbani e l’organizzazione di incontri di sensibilizzazione sull’alimentazione di neonati e bambini piccoli.
Khaldiyeh è tra le 400 famiglie che ricevono i Buoni per Cibo Fresco, che le consentono di acquistare frutta fresca, verdura e latticini. È anche tra le 280 famiglie che beneficiano degli “Orti Nutrienti” (Nutritious Gardens), dove ha piantato i semi che le sono stati dati per coltivare verdure a foglia verde.
Con un reddito limitato, Khaldiyeh ha avuto immense difficoltà per alimentare la sua famiglia con alimenti nutrienti, che, lei sa, sono di vitale importanza anche nelle prime fasi della gravidanza.
“Il dottore mi disse che ero anemica perché non ricevevo i nutrienti giusti e avevo carenza di vitamine, e che il mio bambino sarebbe stato in pericolo se non avessi cambiato la mia dieta, ma non potevo permettermi né le medicine né alcun tipo di cibo nutriente,” continua a raccontare Khaldiyeh.
Anche i suoi tre bambini piccoli soffrivano di eruzioni cutanee, disidratazione e spossatezza a causa della mancanza di vitamine perché Khaldiyeh poteva permettersi di dar loro da mangiare solo riso, bulgur, pane e tè. “A volte i bambini mi chiedevano frutta come le banane e non potevamo permettercelo. Il mio unico obiettivo era evitare di lasciarli andare a letto affamati e per questo dovevo dar loro da mangiare cibo che desse sazietà,” dice Khaldiyeh.
Quando Khaldiyeh ha iniziato a ricevere i Buoni per Cibo Fresco, è stata in grado di migliorare immediatamente la dieta della sua famiglia. I buoni mensili le permettono di acquistare alimenti nutrienti essenziali come frutta, verdura, latte, uova o formaggio. Secondo Khaldiyeh, i livelli di salute e difese immunitarie dei suoi bambini sono migliorati drasticamente. Ha anche ricevuto diversi semi di verdure ad alto contenuto di vitamina A indicati per le madri in gravidanza e in allattamento.
Alle famiglie è stato fornito, insieme ai semi, un kit di giardinaggio che comprende attrezzi agricoli e fertilizzanti organici, e i beneficiari del progetto hanno ricevuto formazione sulla preparazione del terreno e l’irrigazione. “Lavoravamo in Siria, ma qui il terreno è diverso, quindi è stato utile conoscere l’irrigazione e l’agricoltura in Libano, per permetterci di coltivare il nostro cibo.”
“Non potremmo essere più grati per i benefici ottenuti grazie all’assistenza ricevuta con i Buoni e gli orti,” dice Khaldiyeh, “tutta la mia famiglia ora è più energica, ci sentiamo in salute e anche più legati ai nostri vicini perché partecipiamo tutti a questo progetto.”
Gli esami medici di Khaldiyeh sono molto migliorati e la sua gravidanza procede bene dopo il miglioramento della sua alimentazione, e ciò le permetterà di allattare al seno il suo quarto figlio. Una parte del progetto prevede anche incontri di sensibilizzazione nutrizionale per le donne in gravidanza e in allattamento.
Il team di Azione contro la Fame ha visitato regolarmente le famiglie coinvolte nei progetti per garantire la sostenibilità dell’assistenza fornita, distribuendo anche kit invernali per proteggere gli orti e i raccolti delle famiglie.
“Preghiamo tutti affinchè la situazione in Siria si risolva presto e possiamo tornare alle nostre fattorie e invitarvi nelle nostre case”, ha concluso Khaldiyeh.
Il Ministero degli Esteri francese è uno dei partner strategici globali di Azione contro la Fame e ha sostenuto finanziariamente questo progetto in Libano per 14 mesi nel 2016 e 2017.
Azione contro la Fame lavora in Libano dal 2006 e conta attualmente più di 140 dipendenti nei suoi uffici a Zahle, Tiro, Arsal e Beirut. Azione contro la Fame in Libano implementa programmi volti a ridurre le vulnerabilità, rispondere ai bisogni umanitari e rafforzare la resilienza delle comunità colpite e vulnerabili.