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Azione Contro la Fame risponde all’emergenza inondazioni in Kenya

4 Giugno 2018

Gravi inondazioni in Kenya hanno provocato lo sfollamento di oltre 123.000 persone, uccidendone 132 e ferendone 23 (secondo la National Disaster Management Agency). Più di 6.000 capi di bestiame sono morti e le inondazioni hanno sommerso oltre 9.500 ettari di terreni agricoli. Le infrastrutture, comprese case, centri sanitari, scuole e strade sono state danneggiate o distrutte.

Nella contea di Tana River, la copertura di servizi igienici è bassa (appena il 38%) e le inondazioni aumentano ulteriormente il rischio di un’epidemia di colera. La malaria è endemica della regione e il Dipartimento della salute ha segnalato un aumento dei casi, attribuito alle inondazioni.

LA RISPOSTA DI Azione Contro la Fame

Azione Contro la Fame, in collaborazione con il governo della contea di Tana River, la Croce Rossa del Kenya e altre agenzie, e con il finanziamento del Fondo START ed ECHO, ha formato un team di pronto intervento per fornire servizi di emergenza e provviste alle famiglie più vulnerabili colpite dalle inondazioni.

Al momento assistiamo 12.600 beneficiari in campi per sfollati, fornendo acqua potabile, servizi igienici e interventi di salute e nutrizione“, afferma Edgar Okoth Onyango, Responsabile Salute e Nutrizione di Azione Contro la Fame in Kenya. “Finora, il nostro staff sul campo ha fornito articoli non alimentari – tra cui coperte, utensili da cucina, sapone e assorbenti igienici – a 1.000 famiglie. 12.000 bambini sono stati sottoposti a screening per la malnutrizione e abbiamo anche sensibilizzato un team per promuovere le migliori pratiche per la cura e l’alimentazione di neonati e bambini piccoli.”

Foto: Brian Kimanthi

Per migliorare l’accesso all’acqua pulita e alle strutture igienico-sanitarie sicure, Azione Contro la Fame ha fornito 85 latrine portatili e si rivolge a 14.000 persone. I nostri interventi di trattamento delle acque dovrebbero raggiungere 10.000 beneficiari, che seguiranno anche le sessioni di promozione dell’igiene.

Secondo il Dipartimento meteorologico del Kenya, il mese di maggio ha segnato il picco della lunga stagione delle piogge, con intense precipitazioni in tutto il Paese. È probabile che le piogge continuino fino a giugno. 

“Ci stiamo preparando per un grande sforzo umanitario. Dobbiamo fare tutto il possibile per evitare la diffusione di malattie in questa emergenza,”afferma Onyango. 

IMPATTO DEVASTANTE: LA STORIA DI FESTUS ANALLO

Quasi l’80 per cento della regione nel delta del Tana è stata sommersa dalle inondazioni. Uno dei residenti colpiti, Festus Anallo, 61, padre di dieci, è fuggito dalle inondazioni e ha trovato rifugio nella fattoria di Kijo, insieme a più di altre 84 famiglie. 

Foto: Brian Kimanthi

“Non tutti i nostri figli sono tornati a scuola perché la scuola di Bularahma è ancora allagata e non è accessibile”, dice. “Sono passati solo quattro giorni da quando sono tornati quelli che frequentano la scuola di Gamba”.

Prima delle inondazioni, Festus e la sua famiglia erano contadini. Guardando quella che era la sua casa, ora sprofondata per i danni causati dall’acqua, racconta la perdita dei mezzi con cui dava da mangiare alla sua numerosa famiglia: “Le mie due canoe sonosprofondate nell’acqua. Ho perso 20 alberi di limone e i miei vivai di pomodori e cavoli, oltre a circa 25 tubi che uso per l’irrigazione“.

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