L’annuncio del cessate il fuoco in Gaza segna un momento cruciale, ma la strada verso la ripresa è lunga e complessa. Noi di Azione Contro la Fame chiediamo un aumento significativo degli aiuti umanitari e una rimozione delle restrizioni sulle forniture essenziali per garantire una ripresa sostenibile.
Dopo il cessate il fuoco resta la crisi umanitaria
Dopo mesi di conflitto, la situazione in Gaza è drammatica: milioni di famiglie affrontano una fame estrema e la scarsità di risorse. Prima della crisi, Gaza riceveva circa 500 camion di aiuti umanitari al giorno e, già allora, non erano sufficienti a rispondere ai bisogni della popolazione. Sebbene il cessate il fuoco preveda l’ingresso di 600 camion al giorno, questo è ancora insufficiente per rispondere alle necessità attuali, che sono ancora più alte.
Il settore idrico e igienico-sanitario è al collasso:
- 1,4 milioni di persone ricevono meno di 6 litri di acqua al giorno, una quantità nettamente insufficiente rispetto al fabbisogno minimo. Per fare un paragone, una doccia di soli 5 minuti impiega circa 75-90 litri di acqua.
- Il 67% delle infrastrutture idriche e sanitarie è stato distrutto o danneggiato.
In risposta, forniamo acqua potabile a circa 200 siti tra Gaza settentrionale e meridionale e distribuiamo materiali per affrontare l’inverno, tra cui tende, coperte e vestiti impermeabili. Tuttavia, la ripresa del settore WASH (Water, Sanitation e Hygiene) richiede investimenti in impianti di desalinizzazione, pompe e infrastrutture tecniche.
SICUREZZA ALIMENTARE E SOSTENTAMENTO
La Striscia di Gaza sta affrontando una crisi nutrizionale di proporzioni allarmanti. Secondo recenti dati, circa 1,1 milioni di persone, ovvero metà della popolazione, vivono in condizioni di insicurezza alimentare acuta. Particolarmente colpiti sono i bambini: oltre 60.000 necessitano di un trattamento urgente per malnutrizione acuta. Nei nostri centri nutrizionali, forniamo trattamenti salvavita e sostegno per prevenire i decessi infantili, cercando di arginare una situazione che peggiora di giorno in giorno.
Cause strutturali della fame: un settore agricolo devastato
Oltre all’emergenza immediata, è fondamentale affrontare le cause profonde dell’insicurezza alimentare a Gaza.
- Produzione agricola compromessa: il 68% delle terre coltivabili, il 52% dei pozzi agricoli e il 44% delle serre sono stati danneggiati negli ultimi 15 mesi, riducendo drasticamente la capacità produttiva locale.
- Settore della pesca devastato: il 72% della flotta peschereccia è stato distrutto, e il 95% del bestiame è andato perduto.
- Cibo fuori dalla portata della popolazione: il costo degli alimenti di base è aumentato di oltre il 1.000% rispetto ai livelli pre-conflitto, lasciando l’84% delle famiglie senza accesso ai mercati.
Di fronte a questa crisi, il nostro lavoro mira a rispondere anche alle cause profonde dell’insicurezza alimentare. Stiamo sostenendo i piccoli agricoltori e le imprese locali per favorire una ripresa della produzione alimentare, rafforzando nel contempo la capacità delle comunità di accedere a fonti sostenibili di cibo e reddito.
Attraverso il supporto alle microimprese, il rilancio del mercato locale e il miglioramento della sicurezza alimentare, Azione Contro la Fame si impegna a costruire un futuro in cui nessuno debba soffrire la fame.
RICOSTRUZIONE: UNA SFIDA GENERAZIONALE
Con 42 milioni di tonnellate di macerie da rimuovere, la ricostruzione di Gaza richiederà fino a 15 anni e costi stimati tra i 500 e 700 milioni di dollari.
Un aspetto fondamentale della ricostruzione è la partecipazione attiva delle donne e delle comunità locali. Le donne, spesso responsabili del sostentamento delle famiglie, giocano un ruolo cruciale nella resilienza e devono essere coinvolte nei processi decisionali per garantire risultati sostenibili.
Tutti i primi sforzi di recupero e ricostruzione dovrebbero essere gestiti e guidati dai palestinesi, con il sostegno delle organizzazioni umanitarie come Azione Contro la Fame per colmare le lacune di chi è sul posto.
Dallo scoppio del conflitto a ottobre 2023, abbiamo aumentato il nostro personale in Gaza da 60 a 130 operatori umanitari e aiutato oltre un milione di persone attraverso programmi di nutrizione, distribuzione di acqua e supporto a piccoli agricoltori.
Un impegno per un futuro sostenibile
Il cessate il fuoco era il nostro primo obiettivo. Oggi lavoriamo per garantire una ricostruzione che:
- Promuova la resilienza delle comunità.
- Preveda soluzioni a lungo termine per la sicurezza alimentare e idrica.
- Assicuri che la ricostruzione sia accompagnata da un processo di pace duraturo.
Unisciti a noi nel supportare Gaza in questo momento critico. Ogni azione conta per restituire speranza e dignità a chi è stato colpito da una delle crisi più gravi del nostro tempo.
Inoltre, stiamo lavorando a stretto contatto con le comunità locali per promuovere attività di ripresa economica. Tra le nostre azioni, c’è la distribuzione di sementi e attrezzature agricole per aiutare le famiglie a riprendersi e a diventare autosufficienti.