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CONFINE TURCHIA – SIRIA: 400.000 PERSONE NECESSITANO DI AIUTI UMANITARI

22 Ottobre 2019

Continuano intensi i combattimenti in diverse zone lungo il confine tra Turchia e Siria e la situazione nei dintorni di Al-Hassakeh si sta rapidamente deteriorando. Limitati gli accessi ai nostri team che devono riparare infrastrutture di base, quali linee elettriche o stazioni idriche.

190.000 persone sono state costrette a scappare negli ultimi giorni e si stima che siano 65.000 quelli che abbiano raggiunto le città di Al-Hasakeh e Tal Tamr, dove la gran parte ha trovato rifugio da parenti o presso comunità. “Mentre le persone continuano a spostarsi, le scuole vengono utilizzate come centri d’accoglienza. Stando agli ultimi rapporti, almeno 14 scuole ospitano parte degli sfollati ad Al-Hasakeh e altre 18 a Tal Tamr. Gli ospedali di Ras Al-Ain e Tel Abyad hanno cessato di essere operativi dall’11 settembre”, osserva Chiara Saccardi, Responsabile geografica di Azione contro la Fame per il Medio Oriente.

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L’approvvigionamento idrico, la prima emergenza

Anche se ad Al-Hasakeh l’approvvigionamento d’acqua con camion cisterna è stato parzialmente ristabilito, così da ridurre temporaneamente la pressione sul fabbisogno idrico della popolazione della città, la stazione idrica di Allouk a Ras Al-Ain, che rifornisce i 400.000 abitanti di Al-Hasakeh e dintorni, resta inoperativa dopo un bombardamento durato giorni. I nostri team, che stanno cercando di ripararla, non han potuto entrare città a causa delle ostilità in corso. “Siamo pronti ad attuare il piano di risposta emergenziale nei quartieri di Al Nashawa e Ghweran non appena le condizioni di sicurezza lo consentiranno, distribuendo acqua con autocisterne, installando serbatoi d’acqua e distribuendo di kit per l’igiene e l’alimentazione” aggiunge Chiara Saccardi. Nel caso in cui la crisi si protragga nel tempo e prima dell’arrivo dell’inverno, si dovrà adattare la risposta d’emergenza alle condizioni climatiche fornendo kit che includano coperte, fornelli, teloni di plastica… “I governi dovrebbero essere pronti a fornire fondi per soddisfare le esigenze dovute al cambio stagionale, ad esempio attraverso kit invernali e cibo adeguato”, continua Saccardi.

L’accesso limitato alle aree colpite e l’appello ai finanziamenti

“Sono già più di 190.000 gli sfollati a causa di questa offensiva, cifra che potrebbe raggiungere il mezzo milione. Ad Azione contro la Fame siamo preoccupati per la possibilità che il governo turco sposti con la forza gli oltre 3,6 milioni di rifugiati siriani che questo paese ospita nella frangia curda del nord-est del Siria, il che significherebbe collocare 3,6 milioni di arabi sunniti in un’area in cui “non sono benvenuti”, riflette Manuel Sanchez-Montero, responsabile delle relazioni istituzionali di Azione contro la Fame. “Abbiamo bisogno di un accesso agevole e senza limiti per poter servire la popolazione colpita nella regione di Hassakeh, e quindi sia l’ingresso di operatori e di kit di prima necessità, quanto trasferimenti internazionali di denaro per poter attivare le forniture dai mercati locali”, continua Sanchez-Montero. “I paesi donatori e le istituzioni devono fornire i fondi necessari per garantire che il nostro lavoro possa continuare e di fronte a questo massiccio e improvviso sfollamento facciamo appello ai governi affinché si preparino a fornire il livello di finanziamento necessario, garantendolo in modo rapido così da facilitare una risposta efficace degli operatori umanitari”.

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