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COP29 crisi climatica e fame - Azione Contro la FameCOP29 crisi climatica e fame - Azione Contro la Fame

Crisi climatica e fame: COP29 è un’opportunità per rafforzare le comunità vulnerabili

8 Novembre 2024

Dall’11 al 22 novembre, i leader mondiali si riuniranno a Baku (Azerbaigian) per la COP29, l’annuale Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.

Noi di Azione Contro la Fame saremo presenti per chiedere ai leader mondiali presenti di adottare misure politiche e finanziarie all’altezza dell’urgenza climatica, di garantire una trasformazione sostenibile dei sistemi alimentari e di promuovere la resilienza delle popolazioni più vulnerabili.

Negli ultimi anni, infatti, temperature record, sconvolgimenti climatici e disastri naturali senza precedenti hanno colpito il nostro pianeta. Questi fenomeni estremi alimentano una crisi globale della fame e della nutrizione che aggrava le disuguaglianze esistenti, con ripercussioni particolarmente gravi per i più fragili e per le comunità marginalizzate.

La necessità di agire di fronte ai cambiamenti climatici non è mai stata così urgente: quasi tre quarti dei paesi con i più alti livelli di fame si trovano anche nella lista dei 25 paesi più vulnerabili al cambiamento climaticoGli shock climatici distruggono vite, raccolti e mezzi di sussistenza, minando la capacità delle popolazioni di nutrirsi autonomamente. Nel 2023, la crisi climatica è stata una delle principali cause dell’aumento significativo della fame nel mondo. 

Qual è il legame tra la crisi climatica e la fame nel mondo?

La crisi climatica si manifesta in diverse forme: l’aumento delle temperature, la maggiore frequenza e l’intensificazione di siccità e inondazioni, così come la rapida degradazione della qualità del suolo. Questi sconvolgimenti hanno un impatto diretto sulla capacità delle popolazioni di accedere a un’alimentazione sana e sufficiente.

Le colture sono direttamente influenzate, aumentando l’incidenza delle malattie agricole. La qualità nutrizionale dei raccolti è alterata, con una diminuzione della quantità di proteine e minerali essenziali come zinco e ferro nel grano e nelle leguminose. Questo ha un effetto negativo sulla sicurezza nutrizionale e, di conseguenza, sullo sviluppo e sulla salute a lungo termine dei bambini. Ad esempio, temperature più elevate sono associate a una riduzione della diversità alimentare nei bambini, con un conseguente aumento dei tassi di malnutrizione.

Senza un’azione immediata ed efficace, la situazione peggiorerà, mettendo fino a 183 milioni di persone in più a rischio di fame entro il 2050.

Chi sono i più colpiti dalla crisi climatica e dalle sue conseguenze?

La crisi climatica non è neutra dal punto di vista di genere. Colpisce in modo particolarmente devastante le donne, le ragazze e le popolazioni marginalizzate, aggravando le disuguaglianze esistenti e minacciando la loro salute, sicurezza e mezzi di sussistenza.

Le donne, spesso responsabili dell’approvvigionamento di cibo, acqua e combustibile per le loro famiglie, hanno meno accesso alle risorse naturali necessarie per adattarsi agli impatti climatici. Nel settore agricolo, dove molte di loro lavorano, i loro impieghi sono particolarmente minacciati. Inoltre, il cambiamento climatico esacerba i conflitti, esponendo ulteriormente le donne alla violenza di genere, come la violenza sessuale, il traffico di esseri umani e il matrimonio forzato.

La lotta contro la crisi climatica, la fame e la malnutrizione deve quindi integrare la partecipazione attiva delle donne e dei gruppi marginalizzati nei processi decisionali.

Quali sono le opportunità d'azione alla COP29?

Noi di Azione Contro la Fame chiediamo agli Stati di rafforzare la resilienza delle comunità vulnerabili agli shock climatici e di sostenere l’azione climatica anche nei contesti fragili e colpiti da conflitti, per combattere la crisi alimentare e nutrizionale. Ecco le nostre richieste:

1. Saldare il debito climatico

La crisi climatica e i suoi impatti colpiscono in modo sproporzionato i paesi e le comunità che hanno contribuito meno alle emissioni di gas serra. Inoltre, il finanziamento climatico è sempre stato largamente insufficiente. In una prospettiva di giustizia climatica, chiediamo ai paesi del Nord globale di adempiere al loro debito climatico e mettere a disposizione finanziamenti adeguati per far fronte alle esigenze. È essenziale che venga fissato un obiettivo ambizioso di finanziamento pubblico, con almeno 1.000 miliardi di dollari l’anno, prioritariamente sotto forma di sussidi.

2. Rendere i finanziamenti climatici accessibili a livello locale

Per realizzare azioni climatiche efficaci e trasformative a livello locale, proponiamo che la COP29 diventi una piattaforma per eliminare le barriere all’accesso ai finanziamenti climatici per le persone più colpite, soprattutto in contesti fragili e colpiti da conflitti che sono spesso le più vulnerabili alla crisi climatica ma con meno accesso alle risorse per affrontarla.

3. Promuovere l'adattamento a livello locale

È urgente un finanziamento significativo per l’adattamento alla crisi climatica, che dovrebbe essere erogato sotto forma di sussidi, non di prestiti, per sostenere azioni preventive e anticipatorie che mirano alla sicurezza alimentare e nutrizionale, all’acqua, all’igiene e alla sanificazione, così come all’accesso a cure sanitarie di qualità, inclusi i servizi nutrizionali.

4. Evitare le "false soluzioni"

Qualsiasi “soluzione” che comporti impatti negativi sugli ecosistemi, sulla salute, sui diritti umani o che aggravi le disuguaglianze, anche se emette meno gas serra rispetto ai combustibili fossili, è inaccettabile. Alcune soluzioni tecnologiche promosse dall’agroindustria, infatti, rischiano di aumentare la dipendenza da input esterni, aggravando la povertà tra i piccoli agricoltori. Noi di Azione Contro la Fame sosteniamo una trasformazione dei sistemi alimentari che sia giusta, solidale e sostenibile, attraverso l’agroecologia contadina.

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