Nel piccolo villaggio di Aghor, situato al confine tra Mauritania e Mali, l’emergenza umanitaria è ormai parte della quotidianità. La comunità locale ha accolto un numero crescente di rifugiati in fuga dai conflitti e dalle violenze in Mali. Tuttavia, questi rifugiati si sono stabiliti in un’area già povera di risorse, peggiorando ulteriormente una situazione già precaria.
Il campo profughi di Mbera, già sovraffollato con oltre 80.000 persone, ha visto la situazione peggiorare ulteriormente negli ultimi sei mesi, con l’arrivo di quasi 100.000 maliani in cerca di rifugio in Mauritania. Nel villaggio di Aghor, la popolazione è passata da 535 a oltre 4.500 famiglie, un aumento che ha messo a dura prova la disponibilità delle risorse essenziali, rendendo più difficile l’accesso all’acqua e al cibo.
La vita quotidiana degli abitanti e dei rifugiati è segnata da una lotta continua per la sopravvivenza. Gli animali, fondamentali per il sostentamento, sono visibilmente affamati e disidratati, incapaci di trovare pascoli o acqua. Nonostante le proprie difficoltà, la popolazione locale ha mostrato una straordinaria solidarietà, condividendo le poche risorse disponibili e permettendo ai rifugiati di accedere al pozzo di Karama. Tuttavia, la situazione resta critica, con rischi sanitari in aumento a causa di malattie come pertosse e morbillo, che si diffondono sempre più tra la popolazione già vulnerabile.
Il Progetto Karama: Tra emergenza e sviluppo
Karama è il nome di un consorzio di ONG guidato da noi di Azione contro la Fame, che ha come focus la realizzazione di progetti di sicurezza alimentare, nutrizione, istruzione, accesso all’acqua e ai servizi igienici. Ma di fronte alla crisi umanitaria in corso in Mali, il progetto ha dovuto riadattarsi rapidamente per rispondere alle necessità immediate dei rifugiati e delle comunità locali.
“Questo è un luogo in cui stavamo pensando a uno sviluppo a lungo termine. Tuttavia, con questa nuova emergenza, abbiamo deciso di reindirizzare parte delle risorse destinate a Karama per rispondere alle esigenze vitali dei rifugiati maliani, dei rimpatriati mauritani e delle popolazioni ospitanti, che hanno accettato di mettere a disposizione questo punto d'acqua. Ma questo non basta e grazie ai finanziamenti concessi da ECHO (il meccanismo di aiuti umanitari dell'Unione Europea), saremo in grado di consolidare la rete di accesso all'acqua potabile e di riprendere da dove abbiamo dovuto interrompere”
Tra le iniziative avviate, spicca un progetto di orticoltura nel villaggio di Mbéra 2, dove decine di donne lavorano nei campi coltivando melanzane, angurie, fagiolini e arachidi. Questa attività non solo contribuisce a migliorare la sicurezza alimentare, ma offre anche una fonte di sostentamento e un’opportunità per rafforzare la resilienza della comunità. Tuttavia, la carenza d’acqua continua a rappresentare una sfida critica, rendendo difficile la continuità di queste attività agricole. Il progetto Karama mira a consolidare la rete di accesso all’acqua potabile, assicurando che la popolazione possa contare su risorse idriche sufficienti e sicure.
La Malnutrizione Infantile in Mali
Parallelamente alla crisi dei rifugiati al confine con la Mauritania, il Mali sta affrontando una delle peggiori emergenze nutrizionali degli ultimi decenni. La prevalenza della malnutrizione acuta tra i bambini di età compresa tra i 6 mesi e i 5 anni ha raggiunto livelli allarmanti, superando il 30% in alcune regioni del paese. Questo tasso è più del doppio della soglia critica fissata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), evidenziando l’urgente necessità di interventi umanitari. Si stima che nell’intero Paese quasi 1,5 milioni di bambini soffrano di malnutrizione acuta.
Il conflitto armato in corso in Mali dal 2012 ha avuto un impatto devastante sulla produzione e distribuzione alimentare, lasciando molte famiglie senza accesso regolare al cibo. Questo ha esposto i bambini a un rischio elevato di malnutrizione, con conseguenze a lungo termine sulla loro salute e sul loro sviluppo. L’insicurezza alimentare è ulteriormente aggravata dalla stagione della fame, durante la quale le riserve alimentari si esauriscono, lasciando le famiglie vulnerabili e senza risorse per sopravvivere.
Il nostro intervento in Mali
Noi di Azione contro la Fame siamo presenti in Mali dal 1996, e affrontiamo questa crisi con un approccio multisettoriale. Nei campi per sfollati interni, come quello di Darsalam a Ménaka, le nostre équipe stanno effettuando lo screening e il trattamento della malnutrizione acuta nei bambini e nelle donne in gravidanza e in allattamento. Inoltre, vengono forniti aiuti alimentari alle famiglie vulnerabili e si stanno ripristinando infrastrutture idriche, igieniche e sanitarie nei campi. Tuttavia, le risorse sono limitate e l’emergenza richiede una mobilitazione urgente di fondi e un’azione concreta da parte della comunità internazionale.
La crisi nutrizionale in Mali non è solo una questione di emergenza immediata, ma richiede soluzioni strutturali che includano il miglioramento della sicurezza alimentare, il rafforzamento dei sistemi sanitari e l’accesso all’acqua pulita. Solo con un intervento coordinato e sostenuto si potrà evitare che questa crisi umanitaria continui a devastare la vita di milioni di persone, in particolare dei bambini, che rappresentano il futuro di una nazione già duramente provata.