Una recrudescenza del conflitto nel Sudan del Sud ha costretto una nuova ondata di rifugiati ad abbandonare le loro case per cercare la sicurezza nei Paesi vicini. Dal luglio 2016, le Nazioni Unite stimano che siano più di 500.000 le persone arrivate in Uganda. Nel mese di agosto è stato aperto il campo di Bidibidi, nella regione dello Yumbe: dopo poco più di sei mesi è già diventato uno degli insediamenti più grandi e più rapida crescita al mondo.
A Bidibidi, le nostre squadre aiutano a soddisfare i bisogni urgenti delle famiglie di rifugiati attraverso programmi per il trattamento della malnutrizione e la promozione di acqua pulita e una buona igiene. La partecipazione della comunità è fondamentale per il nostro successo, ed è guidata da persone come Cecilia Kwaje e Isaac Mawa, rifugiati che ora lavorano come promotori di igiene, contribuendo a creare un cambiamento positivo.
Cecilia e Isaac provengono entrambi da Yai, un paesino della provincia di Central Equatoria, e sono fuggiti con le loro famiglie a seguito della violenza esplosa nel mese di luglio. Il loro villaggio, come molti altri in Sud Sudan, sta vivendo una crisi di sicurezza alimentare in via di peggioramento.
Cecilia, suo marito e i loro quattro bambini sono fuggiti ai primi di settembre, attarversando il confine con l’aiuto del fratello. Il figlio più piccolo, di sei mesi, si è ammalato sulla strada per l’Uganda e, una volta arrivato all’insediamento di Bidibidi, è stato immediatamente trattato nel centro medico. Oggi, le maggiori preoccupazioni di Cecilia sono rivolte al resto della sua famiglia, che è rimasta a Yai. Spera in una pace duratura, che un giorno le permetta di ritornare a casa sua, nel Sud Sudan.
Come testimonia Isaac, “Ho visto con i miei occhi … non c’è pace nella mia comunità. Da dove vengo io, puoi essere arrestato, puoi essere ucciso. Non importa chi sei.” Isaac e sua moglie, che era incinta, hanno lasciato Yai a settembre con la sorella e la nipote. Hanno viaggiato fino in Uganda a piedi, e sua moglie ha partorito lungo la strada.
Cecilia e Isaac sono stati eletti dalla loro comunità per essere formati come promotori di igiene di Azione Contro la Fame. Cecilia è responsabile per 42 famiglie e Isaac per 35—entrambi lavorano per educare le famiglie su come le buone pratiche igieniche possono prevenire le malattie e promuovono buone abitudini come il lavaggio delle mani. Hanno già visto un grande cambiamento nella comunità, e apprezzano il ruolo che svolgono nella promozione di stili di vita più sani tra i loro vicini di casa.
“Mi piace lavorare con Azione Contro la Fame come promotore d’igiene”, dice Isaac, “Adesso meno persone soffrono di diarrea. La gente vuole le proprie latrine per la casa, e tutti hanno le proprie taniche di acqua pulita e TipTaps per lavarsi le mani.”
I nostri team nella regione di Yumbe stanno lavorando per fornire gli strumenti e la formazione necessari per soddisfare le esigenze dei rifugiati. Con la partecipazione e l’impegno delle comunità e la leadership d persone come Cecilia e Isaac, siamo in grado di diffondere l’importanza di una buona igiene anche ad altre famiglie.