Il conflitto in Siria ha costretto 5,6 milioni di persone a fuggire come rifugiati, mentre altri 6,6 milioni sono stati sfollati con la forza all’interno del Paese.
Sameera aveva una vita comoda in Siria, con suo marito e i loro due figli. Allo scoppio della guerra, sono fuggiti in Giordania con nient’altro che i vestiti che indossavano. Si considera fortunata, Sameera, dicendo: “Siamo sfuggiti alla morte”.
Arrivati in Giordania, il marito di Sameera ha avuto un ictus e lei non riusciva a trovare lavoro. “Era diventato difficile comprare il pane”, ha detto. Poi Sameera è stata coinvolta nel programma Waste Upcycle di Azione contro la Fame, che impiega rifugiati siriani e membri vulnerabili della comunità giordana di Irbid e li paga per ripulire le strade da rifiuti e spazzatura. I rifugiati siriani partecipanti sono assunti da Azione contro la Fame attraverso un permesso di lavoro di un anno e ricevono una paga giornaliera.
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Sameera è stata una delle prime donne a partecipare: “Volevo solo guadagnare un reddito. Quando le persone mi chiedevano cosa facevo, dicevo loro che andavo a raccogliere rifiuti. Non c’è alcuna vergogna nel lavorare.”
Sameera e altre donne rifugiate stanno ora lavorando con Azione contro la Fame alla seconda fase del programma, dove trasformano la spazzatura raccolta, come plastica e giornali, in borse, ciotole, paralumi e altri oggetti che vendono per guadagnare ulteriori entrate. Il programma di Azione contro la Fame non solo offre alle donne rifugiate una fonte di reddito, ma fornisce anche un’importante fonte di sostegno morale e senso di comunità.
La figlia di Sameera, Sajeda, oggi ha15 anni e dice: “Abbiamo affrontato tempi duri, ma abbiamo una madre molto forte che è stata in grado di lottare per noi. Sono molto orgogliosa di lei. ”
Nel 2017, Azione contro la Fame ha fornito assistenza umanitaria a 1,6 milioni di persone in Siria, a oltre 46.000 rifugiati siriani in Giordania e 243,00 rifugiati siriani in Libano.