Maradi è tra le regioni del Niger più segnate dall’insicurezza alimentare, piaga che affligge 2.6 milioni di persone in tutto il Paese. Povertà, degrado ambientale e crisi periodiche colpiscono duramente l’agricoltura e quando il raccolto è cattivo, tutto il sistema crolla.
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Maryam Abouacar, psicologa infantile, negli ultimi anni ha trattato 4.500 casi di malnutrizione acuta al Centro di riabilitazione nutrizionale di Mayahi fondato da Azione contro la Fame, che continua a potenziare il suo intervento nel Paese assicurando aiuti sanitari e alimentari. Maryam ogni mattina contagia con la sua energia tutto il centro nutrizionale e porta un sorriso alle madri e ai bambini malnutriti, mentre li aiuta a camminare di nuovo. Sa che la sua forza spaventa gli uomini: “Non riesco a trovare un marito, ma almeno questo non mi impedisce di essere, almeno qui, ‘la madre dei bambini di Mayahi'”
Unica donna e prima nel suo corso, Maryam – 38 anni – lavora con Azione Contro la Fame dal 2013 e per molti nella sua comunità è un esempio da seguire. È disposta a dare tutto per un bambino, anche il proprio sangue: non ci pensa due volte a sottoporsi a una trasfusione per salvare la vita di un bambino con anemia.
Il suo obiettivo è rompere le barriere culturali, incoraggiare la pianificazione familiare ma soprattutto rafforzare il legame mamma-bambino, che spesso si deteriora dopo il ricovero in ospedale per via dell’allontanamento fisico. Tutto per combattere la malnutrizione attraverso il gioco, le attività di sensibilizzazione e il sostegno psicologico alle madri. “Il gioco fa parte della terapia. È un esercizio che le madri dovrebbero ripetere come se prendessero un farmaco, perché noi dottori abbiamo tecniche avanzate, ma quello che non possiamo donare è l’amore di una mamma”.