Sono stati confermati nuovi casi di Ebola in Liberia, un severo monito che indica quanto la malattia sia ancora endemica nella regione e richieda capacità di reazione e una vigilanza rafforzata. Gli operatori di Azione Contro la Fame rimangono attivi e stanno conducendo la loro battaglia insieme al Ministero della Sanità liberiano e ed altri partner del posto.
L’ultimo caso dichiarato di Ebola in Liberia risaliva al 12 Luglio di quest’anno e in quel periodo si sperava che il virus fosse stato sradicato. Al cuore di questa vittoria temporanea c’era stato il lavoro coordinato di tutti gli attori coinvolti (governi, organizzazioni non governative, le comunità…), l’introduzione ed il rispetto rigido dei protocolli e dei meccanismi di monitoraggio, e l’identificazione puntuale dei singoli casi. Purtroppo, dal 19 Novembre 2015, il virus è tornato: sono stati confermati 3 casi (di cui uno mortale) e sono state identificate 148 persone che sono entrate in contatto con gli individui infetti.
La natura endemica del virus fa aumentare la paura di potenziali ricadute nei mesi e negli anni a venire. “Non è la prima ricaduta. Le squadre di ACF rimangono vigili perché non appena abbassiamo la guardia, il virus riappare” afferma Juan Gabriel Wells, direttore della missione di ACF in Liberia. “Sfortunatamente nonostante gli sforzi delle autorità governative nel continuare la sorveglianza e nel prendere misure di prevenzione contro le infezioni, il livello totale di attenzione dal manifestarsi degli ultimi casi è stata scarsa. Non possiamo rilassarci ogni volta che viene fatta una dichiarazione di Ebola Free”.
Il numero significativo di persone che sono state in contatto con individui malati dimostra, ad esempio, che i metodi usati per l’identificazione dei sintomi non hanno necessariamente seguito i protocolli standard della Prevenzione e del Controllo delle Infezioni (PCI). Mentre è stato provato che questi protocolli funzionano, le continue ricadute mostrano che sarà necessaria una risposta più lunga e comprensiva per rafforzare i sistemi sanitari e fornire capacità di intervento.
In base all’esperieza acquisita durante l’ultima epidemia, sappiamo che è possibile controllare il virus Ebola se tutti i soggetti coinvolti rimangono vigili ed apportano una risposta rapida e coordinanta coinvolgendo tutti gli attori e le comunità. “La sorveglianza non deve, in ogni caso, diminuire, e i protocolli vanno rispettati se vogliamo che questa piaga venga spazzata via dalla Liberia“.
Azione Contro la Fame lavora insieme al Ministero della Sanità ed è in partnership con l’International Rescue Committee in diverse aree:
- Monitoraggio (visite giornaliere con persone che sono state in contatto con uno dei tre casi identificati) e supporto nel coordinare il follow-up e l’identificazione di nuovi casi;
- Distribuzione di kit igienici per le persone che sono state monitorate (in isolamento);
- Valutazione dei bisogni igienici e sanitari nelle comunità, nelle scuole, nei centri sanitari,…(ACF sta fornendo il materiale per la costruzione di latrine temporanee nei centri di trattamenti per l’Ebola);
- Supporto psicologico per identificare i contatti nelle comunità e nelle scuole.