Si è concluso ieri, 28 giugno 2022, a Schloss Elmau il G7, nel quale le grandi potenze economiche hanno lanciato un’alleanza globale per “proteggere i più vulnerabili dalla fame e dalla malnutrizione”.
4,5 miliardi di euro aggiuntivi sono stati stanziati dai Paesi del G7– Germania, Francia, Regno Unito, Italia, Stati Uniti, Canada, Giappone – per contrastare la crisi alimentare, raggiungendo un fondo totale di 14 miliardi di dollari per l’anno 2022. Una cifra irrisoria se si pensa che per le infrastrutture legate ai combustibili fossili sono stati stanziati 600 miliardi di dollari.
La guerra in Ucraina e la risposta dei Paesi del G7
In risposta alle drammatiche conseguenze in tema alimentare dovute alla guerra in Ucraina, i grandi leader globali hanno dichiarato di volersi impegnare per garantire la sicurezza alimentare, lasciando aperti mercati alimentari e agricoli e non ostacolando le esportazioni di derrate alimentari.
Solo così sarà possibile evitare che gli stock alimentari rimangano bloccati, causando un aumento dei prezzi che colpirebbe soprattutto i Paesi già vulnerabili.
Fondi insufficienti per la lotta alla fame nel mondo
Nonostante si tratti di un passo avanti nella lotta all’insicurezza alimentare, che colpisce oggi 2 miliardi di persone, l’impegno dei Paesi del G7 non è tuttavia sufficiente a contrastare efficacemente la piaga della fame.
Un’opportunità mancata
Diverse sono le misure che i leader globali avrebbero potuto adottare per ridurre sensibilmente l’insicurezza alimentare nel mondo. Tra queste:
- impegnarsi negli obiettivi di riduzione delle emissioni, per rispondere alla crisi climatica strettamente interconnessa con quella alimentare.
- promuovere un passaggio ad un sistema alimentare equo e sostenibile.
- sostenere i sistemi di sicurezza sociale nei Paesi più poveri del mondo.
L’impegno di Azione contro la Fame
Oggi più che mai rispondiamo ribadendo il nostro impegno verso gli 811 milioni di persone che soffrono la fame nel mondo, a cui non vogliamo voltare le spalle.
Aiutaci ad aiutare i più vulnerabili e a contrastare la fame nel mondo.