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Gaza, due mesi senza aiuti umanitari: le famiglie rimarranno senza cibo

7 Maggio 2025

Senza accesso immediato, le scorte di Azione Contro la Fame si esauriranno in poche settimane

Sono trascorsi due mesi dal blocco degli aiuti umanitari a Gaza. Le Nazioni Unite confermano che il Programma Alimentare Mondiale (WFP) non dispone più di scorte alimentari sufficienti nella regione. Noi di Azione Contro la Fame siamo uno dei pochi partner del WFP con forniture di cibo ancora disponibili nel nord di Gaza, ma abbiamo solo tre settimane di scorte di cibo nel nord e due settimane nel sud per le cucine comunitarie.

Le organizzazioni umanitarie dispongono di oltre 170.000 tonnellate di scorte alimentari, equivalenti a razioni alimentari per tre o quattro mesi per l’intera popolazione, pari a 2,1 milioni di persone. Tali scorte si trovano fuori da Gaza e pronte a essere trasportate nella Striscia qualora l’accesso dovesse essere concesso.

aiuti a Gaza

Gli aiuti non bastano per tutti

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Sempre più famiglie stanno adottando strategie di adattamento per allungare le scarse scorte di cibo rimanenti dalle distribuzioni di aiuti passate. Ad esempio, mescolano maccheroni schiacciati con farina, riducendo la dimensione e la frequenza dei pasti, limitando il consumo di pane ai bambini o a un pezzo al giorno per ciascun componente della famiglia.

Le difficoltà dell'aiuto umanitario

La crisi a Gaza ha raggiunto nuovamente un livello senza precedenti. Il mancato ingresso di cibo, acqua pulita e medicine per oltre 60 giorni ha, ancora una volta, spinto la popolazione palestinese a livelli estremi di vulnerabilità. Noi di Azione Contro la Fame forniamo assistenza vitale, ma le risorse dipendono dalla riapertura di tutti i valichi di frontiera. Le esigenze di una popolazione di 2,1 milioni sono immense.

La fame e gli ostacoli al lavoro del personale umanitario non devono mai essere usati come merce di scambio. L’ostruzione dei movimenti degli operatori e i continui ordini di sfollamento impediscono seriamente la valutazione della portata della crisi a Gaza, creando grande incertezza, soprattutto riguardo alla situazione dei più vulnerabili. Le parti in conflitto e la comunità internazionale non devono aspettare che venga dichiarata la carestia per agire. A quel punto, non saremo più in grado di evitare morti che potrebbero essere evitate.

Il nostro intervento

In questo momento critico, noi di Azione Contro la Fame continuiamo a sostenere la popolazione di Gaza e invitiamo i governi e le organizzazioni internazionali ad agire con decisione per alleviare le sofferenze di milioni di persone. Senza l’apertura di tutti i valichi di frontiera e la revoca dell’assedio, la crisi potrebbe raggiungere livelli imprevisti negli ultimi due anni. Chiediamo, quindi, l’ingresso immediato e la distribuzione di aiuti umanitari regolati da principi umanitari, il rilascio di tutti gli ostaggi e un cessate il fuoco permanente

È essenziale che le esigenze dei 2,1 milioni di persone vengano considerate prioritarie e che gli obblighi imposti dal diritto umanitario internazionale vengano soddisfatti. L’accesso umanitario e il cibo non sono strumenti di guerra o di negoziazione e non dovrebbero mai essere usati come tali. Ostacolare l’accesso priverà di beni di prima necessità milioni di palestinesi.

Dal 7 ottobre 2023 abbiamo aiutato più di un milione di persone a Gaza grazie alle nostre scorte di cibo e acqua e agli interventi igienici. Ora stiamo preparando più materiale possibile fuori dalle frontiere in modo da essere pronti a portare gli aiuti necessari alla popolazione appena sarà possibile. Per questo, è necessario il contributo di tutti in questa situazione così tragica.

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