Il cessate il fuoco a Gaza, in vigore da gennaio 2025, ha portato significativi progressi umanitari. Tuttavia, la recente decisione di sospendere l’ingresso degli aiuti umanitari, annunciata il 2 marzo 2025, pone gravi sfide alla possibilità di mantenere e consolidare questi progressi. Questa interruzione mette a rischio la vita di milioni di palestinesi e ostacola il lavoro delle organizzazioni umanitarie.
Dall’inizio del cessate il fuoco, la situazione umanitaria a Gaza aveva mostrato segni di miglioramento. Una media di quasi 300 camion al giorno ha attraversato i valichi di frontiera, un numero tuttavia ancora insufficiente rispetto ai bisogni della popolazione.
La crisi umanitaria a Gaza si aggrava
"Fino a domenica, l'accordo aveva facilitato l'ingresso di più beni a Gaza. Ad esempio, era stato permesso l'ingresso di più cibo, il che ci aveva consentito di ampliare gli interventi e aumentare gli aiuti in aree precedentemente inaccessibili. Avevamo in programma l’invio di aiuti per supportare una cucina comunitaria che avrebbe assistito oltre 4.000 persone durante il Ramadan, ma ora non siamo più in grado di farlo."
Con 15 mesi di sfollamenti e conflitto, la popolazione è completamente dipendente dagli aiuti umanitari.
La sospensione degli aiuti ha innescato un forte aumento dei prezzi dei beni di prima necessità, aggravando la già precaria condizione economica dei cittadini, molti dei quali senza reddito.
Inoltre, il cessate il fuoco aveva consentito l’ingresso di carburante necessario per ospedali, impianti idrici e mobilità delle squadre umanitarie. Ora, l’assenza di carburante limita l’accesso alle comunità più vulnerabili.
Le conseguenze della sospensione degli aiuti
- Aumento dei prezzi: il costo dei generi alimentari è schizzato alle stelle, rendendo impossibile l’accesso a cibo adeguato.
- Condizioni sanitarie critiche: senza carburante, i sistemi idrici non funzionano, causando ristagni di acque reflue e aumentando il rischio di malattie.
- Sovraffollamento nel nord di Gaza: migliaia di persone si sono ammassate in aree prive di infrastrutture, rendendo difficile il contenimento delle epidemie.
"Se acqua, cibo e riparo erano essenziali durante il conflitto, lo sono ancora oggi"
Noi di Azione Contro la Fame continuiamo a distribuire acqua, tende e kit igienici, ma senza il ripristino degli aiuti umanitari, il rischio per milioni di persone è sempre più alto.