La Classificazione Integrata delle Fasi dell’Insicurezza Alimentare (IPC), la scala standardizzata utilizzata per analizzare la sicurezza alimentare a livello globale, ha emesso un altro grave allarme: tutta Gaza è in emergenza (IPC fase 4 su 5), con oltre 71.000 casi di malnutrizione acuta in bambini da 6 a 59 mesi, tra i quali 14.100 sono casi gravi. Questo significa che la maggior parte delle famiglie in tutta Gaza ha gravi mancanze di cibo e, in alcuni casi, affronta persino il rischio di morte.
Tali risultati rappresentano un grave peggioramento rispetto alle precedenti analisi IPC nelle quali il 93% di Gaza era stato classificato in Crisi (IPC Fase 3 o superiore). Questo deterioramento si verifica dopo oltre due mesi di assedio totale su Gaza, durante i quali non è potuto entrare alcun aiuto umanitario compresi cibo, acqua, assistenza medica e altri rifornimenti essenziali per la sopravvivenza della popolazione civile.
Il peggioramento delle condizioni porta la popolazione alla carestia
A causa della grave mancanza di cibo e di varietà nutrizionale, 250.000 palestinesi vivono oggi in condizioni di fame. Si prevede che questo numero raddoppierà se la situazione a Gaza non migliora. L’IPC avverte: se le condizioni continuano, o peggiorano la carestia è imminente.
"Oggi lavoro come consulente per l'allattamento con Azione Contro la Fame e ad ogni consultazione i miei peggiori timori si confermano: non c'è fine a questa crisi. La situazione sta diventando sempre più catastrofica e la grave carenza di aiuti e assistenza è sempre più allarmante."
Membro dello staff di Azione Contro la Fame a Gaza
Si prevede che ulteriori 18.400 donne incinte e in allattamento avranno bisogno di trattamenti entro aprile 2026 per prevenire problemi di salute irreversibili e potenzialmente letali sia per le madri che per i bambini. Le donne incinte e in allattamento affrontano il doppio del rischio: i loro corpi sono esausti dalla gravidanza e dal parto e si trovano ad affrontare anche fame, prolungata deprivazione e grave mancanza di tutte le necessità a livello sia sanitario che nutrizionale.
L'importanza degli aiuti umanitari
Nell’aprile del 2025, noi di Azione Contro la Fame abbiamo raccolto dati su oltre 1.000 bambini sotto i 5 anni in tre governatorati di Gaza. Tutti i bambini si trovano ad affrontare gravi livelli di insicurezza alimentare misurata dal numero di volte in cui hanno dovuto saltare i pasti a causa della mancanza di cibo.
La situazione è molto preoccupante: un bambino su due è stato trovato moderatamente o gravemente malnutrito. Nell’area centrale, uno su tre intervistati ha riferito che i propri figli avevano recentemente trascorso un’intera giornata senza mangiare. I nostri team sul campo ci hanno riferito che da inizio aprile a oggi sono stati ammessi ai nostri programmi mensili di trattamento della malnutrizione acuta più bambini rispetto all’intero primo trimestre del 2025, raggiungendo alcuni dei peggiori livelli mai visti dai nostri operatori.
"L'unica cosa che impedisce ai palestinesi di morire di fame, in questo momento, è l'assistenza umanitaria. I nostri team a Gaza hanno distribuito gli ultimi dei nostri pacchetti di cibo secco rimanenti, restano solo gli articoli per una cucina comunitaria. Molte altre organizzazioni hanno finito le scorte da settimane."
Natalia Anguera , Responsabile delle Operazioni per il Medio Oriente di Azione Contro la Fame.
Il cibo è quasi finito. Dall’inizio dell’assedio, più di 177 cucine e panetterie comunitarie sono state chiuse con la forza, mentre il costo della farina di frumento – un alimento di base per le famiglie – è aumentato di oltre il 3.000% da febbraio 2025 e ora costa tra $235 e $520 USD per 25 chilogrammi in tutta Gaza.
La situazione è chiara: bloccare l’ingresso del cibo causerà la carestia. L’unico modo per evitare la morte per fame è permettere l’ingresso di cibo. Noi di Azione Contro la Fame ribadiamo la richiesta a tutte le parti in conflitto di riaprire immediatamente e incondizionatamente tutti i valichi di frontiera, nonché di garantire un cessate il fuoco immediato e permanente e la protezione dei civili e delle infrastrutture civili.