All’inizio di ottobre 2023, una nuova ondata di violenze ha sconvolto Gaza, innescando una delle più gravi crisi alimentari al mondo.
Dopo un anno di violenze, la situazione a Gaza continua a peggiorare. In 365 giorni, più di 41.000 persone a Gaza hanno perso la vita, la maggior parte della popolazione è sfollata internamente e molte infrastrutture essenziali sono state distrutte.
In questo contesto, noi di Azione Contro la Fame lanciamo un allarme: l’approssimarsi dell’inverno e la crescente malnutrizione pongono milioni di persone in una situazione di grave emergenza. Circa la metà della popolazione di Gaza, 1,1 milioni di individui, vive attualmente in condizioni di insicurezza alimentare, e la malnutrizione è tornata a colpire in modo preoccupante.
La quantità di prodotti che entra nella Striscia è molto limitata e il conflitto a Gaza sta ostacolando la produzione di cibo. Tutto ciò ha un impatto devastante sui mezzi di sussistenza, sul potere d’acquisto delle famiglie e distrugge il mercato locale: il cibo è sempre più scarso e quel poco che è disponibile è estremamente costoso.
La malnutrizione: un'emergenza crescente
Prima dell’ottobre 2023, la malnutrizione era quasi inesistente a Gaza. Oggi, a causa della violenza, della distruzione delle infrastrutture e dell’accesso limitato a cibo, acqua e servizi igienico-sanitari, i casi di malnutrizione sono in forte aumento.
I bambini sotto i cinque anni sono ad alto rischio: quasi il 90% dei casi di malnutrizione (acuta, grave e moderata) è stato riscontrato in bambini di età inferiore ai due anni, i più vulnerabili, nati subito prima o durante la guerra. Purtroppo, almeno 34 bambini sono già morti a causa della malnutrizione (dato di giugno 2024), della fame e della disidratazione, e il numero reale potrebbe essere significativamente più alto.
«La malnutrizione sta tornando a livelli allarmanti. Un anno fa, non avremmo mai immaginato di dover misurare la circonferenza del braccio dei bambini per identificare il rischio di malnutrizione. Oggi, tutti i bambini di Gaza sono a rischio»
La nutrizione è stata uno dei pilastri della nostra risposta in questa emergenza e Azione Contro la Fame è diventata l’organizzazione leader in questo ambito.
I nostri team sul campo stanno garantendo screening e trattamenti per i bambini, le donne in gravidanza e le neomamme, ovvero le categorie più vulnerabili.
Non restare indifferente. Con una tua donazione, puoi fare la differenza per le famiglie di Gaza che lottano per sopravvivere. Dona ora per salvare vite.
AUMENTANO LE VIOLENZE IN MEDIO ORIENTE
Non solo Gaza: anche la Cisgiordania e il Libano stanno vivendo un’escalation di violenze.
In Cisgiordania, le incursioni militari, la violenza dei coloni e il trasferimento forzato delle popolazioni sono aumentati in modo drammatico negli ultimi 12 mesi.
Il nostro personale sul campo ci riporta condizioni mai viste prima, con demolizioni di infrastrutture essenziali come strade, reti idriche e fognarie.
Dal 23 settembre, l’escalation di violenze in Libano ha causato più di 500 morti in un solo giorno. Oltre un milione di persone sono sfollate e la distruzione di campi e infrastrutture ostacola l’accesso al cibo.
Più di un milione di persone aiutate
Nonostante le difficoltà, sin dall’inizio dell’escalation, i nostri team hanno continuato a lavorare incessantemente per fornire cibo, acqua potabile e kit igienici a Gaza, Cisgiordania e Libano.
Il nostro personale umanitario è cresciuto da 60 a 130 operatori sul campo solo a Gaza e negli ultimi 12 mesi grazie al loro lavoro abbiamo aiutato oltre 1.279.000 persone nei Territori Palestinesi Occupati. In Libano, dove operiamo dal 2006, abbiamo sostenuto più di 160.000 persone in quest’ultimo anno.
«Lavorare a Gaza è una sfida continua. Non esistono zone sicure: l’86% della Striscia è considerata non sicura dalle forze israeliane. Nonostante tutto, chiediamo un cessate il fuoco permanente per garantire l'accesso agli aiuti umanitari e salvare vite»
Chiedi con noi il cessate il fuoco: aggiungi la tua firma e unisciti a noi per chiedere la protezione della popolazione civile.
L'inverno aumenterà il rischio di malattie
Intanto si avvicina l’inverno e, con il freddo e la pioggia, le famiglie sfollate – molte delle quali vivono in tende danneggiate o all’aperto – affronteranno un rischio crescente di contrarre malattie come infezioni respiratorie acute e diarrea. Natalia Anguera esprime profonda preoccupazione:
«Lavorare a Gaza è una sfida continua. Non esistono zone sicure: l’86% della Striscia è considerata non sicura dalle forze israeliane. Nonostante tutto, chiediamo un cessate il fuoco permanente per garantire l'accesso agli aiuti umanitari e salvare vite»
La situazione a Gaza richiede un intervento immediato. Aiutaci a fornire assistenza salvavita alla popolazione sfollata mentre il freddo che avanza mette a rischio la loro salute: