Il 19 novembre è il World Toilet Day, un’occasione per ricordare che sono ancora troppe le persone prive di accesso ai servizi igienici. Ma è anche un’occasione per celebrare chi, giorno dopo giorno, cerca di cambiare la stituazione – con un briciolo di creatività!
Habibur Rhaman pizzica le corde del suo vecchio mandolino. Seduto a gambe incrociate su una panca di legno, questo fragile 45enne inizia a cantare, accompagnato da un percussionista [Subibur, suo nipote, n.d.r.] Una folla si ritrova in una piccola sala da tè; sono per lo più uomini di mezza età, capi di famiglia e adolescenti. Habibur Rahman canta sulla note di una melodia locale, ma le parole non sono quello che ci si aspetterebbe. Parlano di pratiche igieniche, come il lavaggio delle mani, per aiutare a prevenire le malattie. Spiegano le precauzioni da prendere, affrontando i problemi che preoccupano il gruppo: la difficoltà di trovare medicinali se uno si ammala e il costo del trattamento, che può essere evitato se queste semplici regole vengono rispettate.
Habibur Rahman è un rifugiato Rohingya, fuggito dal suo paese nel 2008. “Il governo mi costringeva a lavorare senza paga. Ho attraversato il confine con il mio strumento e nel 2009 ho iniziato a lavorare con Azione Contro la Fame. Ho imparato a suonare il mandolino all’età di 15 anni nel mio villaggio. Qui, compongo musica e scrivo testi che parlano di promozione dell’igiene.”
Questo approccio musicale può forse sorprendere ma il suo impatto è innegabile. Il proprietario della sala da tè ha cambiato le sue pratiche igieniche e invita i suoi clienti a fare lo stesso. Situato sul ciglio della strada, il luogo è molto frequentato, il che facilita la sensibilizzazione di un gran numero di persone.
Una canzone per fare la differenza
Mohammad Belal Uddin è il Responsabile del programma Acqua, Sanità e Igiene. Conduce gli incontri di sensibilizzazioni con i residenti del campo, supportati dai volontari della comunità e da Habibur. Gestisce la sessione, assicura che le persone capiscano i messaggi promossi e distribuisce ai partecipanti un kit igienico di base contenente un asciugamano, un tagliaunghie e un sapone. “Un anno fa, quando iniziammo a lavorare con i nuovi arrivati, le condizioni erano terribili: nessun accesso all’acqua, niente latrine e nessuna gestione dei rifiuti, la gente gettava tutta la spazzatura nei canali: era la situazione ideale per lo sviluppo di malattie legate all’acqua, come la diarrea, che possono portare alla malnutrizione. Ora, anche se i rifugi sono improvvisati, c’è un maggiore accesso ai servizi di base. Anche la conoscenza delle buone pratiche e il comportamento sono migliorati.
Anche Selim Kham ha vissuto la stessa evoluzione all’interno della sua famiglia. È fuggito dal Myanmar nel 2008, a causa di una situazione di violenza simile, e, a soli 28 anni, ora è un volontario della comunità per Azione Contro la Fame. “Sono felice di avere l’opportunità di insegnare alle persone come migliorare le loro condizioni di vita e prevenire le malattie. E allo stesso tempo sto imparando. Ho convinto la mia famiglia e i miei vicini dell’importanza di un comportamento rispettoso delle principali norme igieniche. Ho un bambino di 4 anni. Ora, ogni volta che mia moglie gli dà del cibo, si assicura che si sia lavato le mani prima di mangiare. In Myanmar ci lavavamo le mani usando solo acqua. Ora sappiamo che dobbiamo usare il sapone. Questi piccoli dettagli fanno una grande differenza.”
Imparare giocando
A pochi passi di distanza, si sta svolgendo un altro tipo di sessione di promozione dell’igiene. Lontano dall’atmosfera più seria della sala da tè, circa quindici bambini sono riuniti sotto un patio coperto di bambù. Tra le risate, i volontari della comunità hanno difficoltà a badare a tutti. A poco a poco, i ragazzi e le ragazze si calmano e la sessione può iniziare: si tratta di un gioco di ruolo per spiegare come i germi vengono trasmessi da una persona all’altra, al tatto. Facendo a turno, i bambini ripetono le sette tappe per lavarsi le mani.
Diverse ore dopo, si terrà un laboratorio sulla gestione dei rifiuti diretto ai bambini: “imparano velocemente e condividono le loro conoscenze con i loro parenti. È estremamente importante educare la nuova generazione in modo che i comportamenti cambino davvero“, spiega Monina Yasmin, Project Manager del programma Acqua, Sanità e Igiene.
Un volontario si avvicina al gruppo con un cesto in mano. I riflessi iridescenti attirano l’attenzione dei bambini più piccoli. Ognuno riceve una palla avvolta nella carta dai colori vivaci. L’eccitazione è febbrile e l’incarto viene rapidamente fatto a pezzi. Gettato a terra, si attacca al fango. Delicatamente, i volontari spiegano il comportamento migliore da adottare in questa situazione: buttare la spazzatura nei luoghi designati e bruciare ciò che è contaminato da sostanze organiche.
“Organizziamo anche sessioni specifiche per giovani ragazze e donne sull’igiene mestruale. Abbiamo notato che la consapevolezza sulla mestruazioni era scarsa. Questa mancanza di informazioni porta a cattive pratiche e, in condizioni igieniche deplorevoli come queste, contribuisce a sviluppare infezioni e malattie,” dice Monina. “All’inizio delle sessioni rassicuriamo le donne. È un fenomeno normale e naturale che ogni donna sperimenta. Non devono vergognarsi. Spieghiamo come funziona il ciclo mestruale, come disinfettare la protezione utilizzata e come smaltire i rifiuti. Mi piace il fatto di poter aiutare le persone. Quando le incontro di nuovo, spesso mi chiamano Apa (sorella ndr) e mi dicono ‘grazie per essere venuta’, e questo ha un senso per me. “