Dal 30 Novembre all’11 Dicembre 2015 si terrà a Parigi la ventunesima Conferenza mondiale sul clima, la COP21. Durante questo evento ci si augura che i 195 paesi nel mondo partecipanti raggiungeranno un accordo vincolante sul clima che permetta di contenere l’innalzamento della temperatura globale sotto la soglia dei 2 gradi centigradi. Questo perché si stima che il cambiamento climatico che ne deriverebbe porterebbe a rischio di malnutrizione il 50% della popolazione mondiale entro il 2050, a fronte di un 30% stimato in caso di un livello minore di riscaldamento globale. Le conseguenze negative dei cambiamenti climatici sulla malnutrizione sono inevitabili e vanificano parte degli sforzi compiuti nella lotta contro la fame. Ed è per questo che Azione conto la Fame, membro della “Coalizione 21”, rilancia il suo appello affinché la sicurezza alimentare venga inserita nel testo dell’Accordo di Parigi. Azione contro la Fame chiede che i Paesi che hanno adottato lo scorso Settembre gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile si adoperino per sradicare la fame da qui al 2030.
I cambiamenti climatici ridurranno l’accesso all’alimentazione e la sua qualità e rischiano di aggravare la presenza di malattie infettive trasmissibili. Per questo Azione contro la Fame chiede che venga riconosciuto che i cambiamenti climatici colpiscono maggiormente le popolazioni più povere, che sono le meno responsabili di questi cambiamenti e che hanno anche minore capacità di adattamento.
Inoltre ACF chiede che la lotta per la sicurezza alimentare diventi un obiettivo comune di tutti gli attori presenti alla conferenza.
Si è calcolato che ogni anno muoiono, a causa della crisi climatica, circa 400.000 persone, in particolare per motivi legati alle conseguenze della fame che colpisce soprattutto i bambini dei paesi in via di sviluppo. Oggi, circa 805 milioni di persone soffrono la fame e si stima che da qui al 2080 ci saranno 600 milioni di persone in più in stato di malnutrizione. Questi numeri parlano da soli ed è necessario che il legame fra mutamenti del clima e malnutrizione venga formalmente riconosciuto.
ACF chiede concretamente:
- Ai governi e agli attori e decisori politici di accrescere il sostegno finanziario per interventi diretti e indiretti sulla nutrizione che prendano in considerazione l'aumento atteso della malnutrizione come conseguenza del cambiamento climatico.
- Alle parti coinvolte nella Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici di prendere degli impegni politici forti in favore della sua adozione e di aumentare il suo finanziamento fornendo fondi pubblici addizionali per la capacità di adattamento ai cambiamenti climatici nei Paesi più vulnerabili
- Agli attori bilaterali e multilaterali, come anche ai paesi più a rischio, di dare la priorità ai programmi di adattamento aventi come obiettivo la sicurezza alimentare e nutrizionale. E' necessario sviluppare programmi multi-settoriali per la gestione dei rischi e rafforzare la resilienza dei più vulnerabili alla malnutrizione, in particolare alle madri e ai bambini.
La COP21 è un’occasione da non perdere per fare si che gli sforzi sostenuti per lo sradicamento della fame nel mondo non vengano vanificati o anche solo limitati dai mutamenti climatici.