Secondo l’allarmante analisi pubblicata dall’Integrated Food Security Phase Classification (IPC), l’intera popolazione della Striscia di Gaza soffre di una grave insicurezza alimentare e si trova sull’orlo della carestia.
A peggiorare la già drammatica situazione a Gaza, vi è il grave stato in cui versa l’intero settore agricolo: oltre la metà delle terre coltivabili, infatti, è stata danneggiata dal conflitto.
“Il settore agricolo di Gaza ha affrontato immensi disagi negli ultimi anni a causa della pandemia COVID-19, della crisi ucraina, dei conflitti prolungati nella Striscia di Gaza e dei cambiamenti climatici. Tuttavia, dal 7 ottobre, la situazione è peggiorata fino a raggiungere un deterioramento senza precedenti”.
La maggior parte degli agricoltori rimasti non può accedere ai propri terreni, e quelli che ci riescono li trovano danneggiati o distrutti. Anche se le ostilità cessassero oggi, la produzione alimentare subirebbe conseguenze negative a lungo termine a causa della contaminazione del suolo e degli ordigni inesplosi. Secondo gli esperti delle Nazioni Unite, la bonifica di Gaza dalle bombe inesplose e dalla loro minaccia per le vite civili potrebbe richiedere fino a 14 anni.
Ma per riabilitare le loro terre e ricostruire i loro mezzi di sussistenza, gli agricoltori avranno bisogno di un sostegno continuo, che affronti non solo le esigenze agricole, ma anche quelle abitative, sanitarie e psicologiche.
IL NOSTRO INTERVENTO A SOSTEGNO DEGLI AGRICOLTORI A GAZA
Per affrontare l’emergenza a Gaza, noi di Azione Contro la Fame stiamo supportando le comunità locali, inclusi gli agricoltori, attraverso i nostri programmi di sicurezza alimentare con l’obiettivo di aiutarle a potenziare le proprie capacità produttive.
Dopo nove mesi di conflitto e di fame, gli agricoltori sono diventati, infatti, essenziali per la sicurezza alimentare della popolazione. Per questo motivo, abbiamo realizzato una serie di interventi cruciali per sostenere la produzione agricola, inclusa la riabilitazione dei terreni e il miglioramento dell’accesso alle sementi e ad altri fattori di produzione essenziali, come fertilizzanti e insetticidi.
Il sostegno immediato che forniamo si concentra su diverse aree chiave, tutte fondamentali per garantire una produzione alimentare dignitosa e sostenibile:
1) forniture di emergenza come sementi, fertilizzanti e strumenti per la ripresa delle attività agricole;
2) riparazione e ricostruzione delle infrastrutture danneggiate come serre, sistemi di irrigazione e risorse idriche;
3) supporto tecnico e formazione su pratiche agricole sicure in mezzo all’inquinamento indotto dal conflitto; ciò è necessario per garantire la coltivazione di prodotti agricoli sicuri.
Questo sforzo è fondamentale per garantire che gli agricoltori possano tornare a coltivare i prodotti di base della dieta palestinese, come pomodori, cetrioli, cipolle e melanzane.
“Le nostre attività incentrate sulla sicurezza alimentare a Gaza hanno due obiettivi principali: fornire cibo per garantire una dieta equilibrata alla popolazione e sostenere la ripresa del settore agricolo per ripristinare i mezzi di sussistenza e la dignità”
Queste misure non sono solo essenziali per mitigare l’attuale crisi alimentare, ma anche per mantenere la speranza e la dignità di una popolazione che ha sopportato troppi anni di conflitto e traumi, ora più che mai.
IL NOSTRO INTERVENTO IN CISGIORDANIA
Rawabi Al-Issawiya, in Cisgiordania, è un territorio che è stato a lungo trascurato poiché interamente controllato da Israele, e dunque di difficile accesso. È privo di infrastrutture, di strade e di approvvigionamento idrico ma, nonostante ciò, alcuni agricoltori stanno tornando a coltivare in questa area.
Mamoun Moheisin è stato uno dei primi a tornare a coltivare a Rawabi Al-Issawiya.
“Ho iniziato a coltivare verdure di stagione nel mio terreno, come cetrioli, pomodori, zucchine, e in seguito ho piantato ulivi e viti. Scattavo foto e mostravo alle persone intorno a me il risultato del mio lavoro. Questo li ha motivati a fare lo stesso. Queste sono terre dell'Area C, sotto il controllo israeliano. Non possiamo costruire qui, ma il minimo che possiamo fare è prenderci cura delle nostre terre e proteggerle dal furto dei coloni”.
Noi di Azione Contro la Fame abbiamo sostenuto Mamoun e i proprietari dei terreni di Rawabi Al-Issawiya nella costruzione di strade e di una nuova rete idrica in vaste aree della comunità.
Sebbene le strade non siano ancora asfaltate, hanno migliorato notevolmente l’accesso per centinaia di famiglie, permettendo loro di raggiungere più facilmente i propri terreni. Questa nuova accessibilità ha permesso alle famiglie di recintare e coltivare la terra, aprendo nuove opportunità di crescita e sviluppo.
“Senza acqua e strade, la gente non tornerebbe in questa zona. Pertanto, queste sono le prime cose che ho cercato. Azione Contro la Fame mi ha aiutato a costruire alcune strade e a portare l'acqua alla comunità 5 anni fa, e questo è stato un vero punto di svolta. Sempre più persone hanno iniziato a visitare la zona, a far recintare le loro terre e a farle rivivere”.