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Il trattamento delle acque reflue nei campi profughi del Libano

29 Marzo 2017

Questa mancanza costa la vita di 360.000 bambini sotto i cinque anni ogni anno. Oltre l’80% delle acque reflue prodotte tornano nell’ecosistema senza essere state trattate. La cattiva gestione di queste acque di scarico ha un impatto molto negativo sulla salute, sull’alimentazione e sull’ambiente.

Ogni anno, inoltre, 1.8 miliardi di persone rischiano di contrarre malattiecome diarrea, colera, dissenteria o poliomielite, attraverso il consumo di acqua non potabile, spesso contaminata da feci.

Le popolazioni più vulnerabili stanno pagando le conseguenze del pessimo trattamento di queste acque, a causa della mancanza di risorse e infrastrutture adeguate, che peggiora durante le crisi umanitarie.

Le acque reflue sono fonte di infezioni perché contengono materiale fecale, rifiuti medici, pesticidi agricoli e prodotti chimici potenzialmente tossici.

A causa della crisi in Siria, un Paese come il Libano, che ospita 1.5 milioni di rifugiati, ha visto aumentare del 30% il numero di persone che usufruiscono dei sistemi fognari. Dopo 15 anni di guerra civile (1975- 1990), il Libano ha un’infrastruttura di gestione dell’acqua che copre il 20% della sua popolazione. Le reti sono inaffidabili e solo l’8% delle acque reflue viene trattato in modo efficiente.


Sei anni dopo l’inizio del conflitto siriano, i rifugiati sono ancora raggruppati in insediamenti informali, dove sopravvivono quotidianamente in condizioni considerate normali solo durante un’emergenza. Le acque reflue vengono accumulate in serbatoi e pozzi, che richiedono servizi di raccolta frequenti e costosi, o, come succede più frequentemente, finiscono in discarica dove non vengono trattate affatto.

In molti insediamenti informali, i servizi di raccolta sono inadeguati e la fuoriuscita di acque reflue si trova accanto alle latrine, fatto che promuove la contaminazione da un bacino all’altro.

Di fronte a questo problema, i nostri team hanno messo in atto nella valle della Bekaa un innovativo sistema di trattamento delle acque reflue, che riduce il rischio per la salute, previene il degrado delle risorse naturali e abbassa i costi di raccolta delle acque reflue.

I bacini di ricezione delle acque reflue sono direttamente collegati a una fossa settica, che tratta e pulisce le acque reflue. L’acqua trattata e priva di agenti patogeni viene infiltrata nel terreno mediante un sistema di tubi di irrigazione, che poi scaricano l’acqua in una trincea riempita di ghiaia. Tutto ciò aumenta la capacità di assorbimento del suolo.

In Libano, Azione Contro la Fame consente a oltre 35.000 persone un accesso sicuro all’acqua potabile e a servizi igienico-sanitari adeguati.

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