La pace non può ancora cantare vittoria in Colombia. Più di sei mesi dopo la ratifica dell’accordo, le sfide (anticipate e inattese) continuano ad affiorare lungo un cammino che nessuna delle organizzazioni umanitarie presenti nel Paese percepisce come facile.
Innanzitutto, bisogna consolidare la smobilitazione e garantire la sicurezza nei 170 comuni identificati come prioritari e nelle aree adiacenti ai campi in cui le FARC si stanno smobilitando. Dal momento che la smobilitazione non si esaurisce nel semplice disarmo, è necessario assicurare la reale integrazione degli ex guerriglieri e impedire un’escalation della violenza. È essenziale offrire alternative economiche e di lavoro per sostituire il narco-traffico o altre economie illegali che alimentano la violenza, come la coltivazione di coca, l’estrazione mineraria illegale o l’estorsione. Stiamo parlando di aree in cui per quasi mezzo secolo la presenza dello Stato è stata nulla e dove ora è indispensabile costruire la fiducia tra una popolazione punita dall’oblio e da una lunga storia di dolori e oneri, dove la pace può farsi strada solo in un contesto che unisca sicurezza e prosperità. In questo senso, i piani di sviluppo con approccio territoriale (PDET) progettati per il prossimo decennio saranno uno dei pezzi chiave e coloro che presiederanno il governo nazionale e comunale nel 2018 dovranno rendergli giustizia.
In secondo luogo, dobbiamo credere nella pace. È necessario ripristinare la fiducia e l’impegno della società colombiana nel processo di pace. Soprattutto nelle città con maggiore capacità di mobilitare voti, che soffrono l’usura di una lunga strada di trattative politiche e vivono la costruzione della pace nella sua lettura a breve termine e in chiave di partito. L’arena politica è fondamentale per sostenere la costruzione della pace e affrontare le nuove sfide. Quanto raggiunto finora non può rimanere un’iniziativa personale del presidente Santos, dev’essere un progetto inclusivo, di tolleranza e costruzione collettiva, soprattutto in vista degli scenari elettorali del 2018.
Infine, dobbiamo mantenere lo sforzo umano e raddoppiare quello finanziario. Non sarà un compito facile distruggere la trinomia povertà / violenza / economia illegale che ha ssostenuto 50 anni di conflitto. La storia ha fornito numerose prove che la prosperità e il benessere dei cittadini sono il modo più efficace per seppellire un conflitto. Le sfide nelle zone della Colombia direttamente colpite rimangono enormi: nel breve termine, occorre ripristinare l’autonomia di coloro che sono stati sfollati dal conflitto, garantire i servizi di base e riattivare i mezzi di vita di un popolo che per generazioni ha conosciuto soltanto l’economia del conflitto.
La pace sarà un lungo viaggio umano e umanitario, non solo un politico, che è appena iniziato. Ci saranno passi avanti e sconfitte per cui sarà necessario combinare immediatamente la fornitura di servizi di base e programmi sostenibili che affrontino i problemi strutturali, ma la comunità internazionale dovrà sostenere il percorso umanitario, economico e politico della Colombia. Aiutiamo la Colombia a continuare ad essere un buon esempio per il resto del mondo.