- Riconosciamo lo sforzo della comunità internazionale, ma ricordiamo che sono stati impiegati solo 6 000 degli 8 030 milioni di dollari essenziali per la risposta regionale alle necessità urgenti
- I rappresentanti di Azione contro la Fame alla conferenza di Bruxelles hanno chiesto agli Stati coerenza politica e un maggiore sforzo diplomatico per proteggere la popolazione civile.
“Ci dispiace che non sia stato raggiunto il requisito minimo di 8.030 milioni di dollari per la risposta regionale alle esigenze urgenti. Ci auguriamo che i fondi rimanenti, così come il forte sostegno della comunità internazionale, per garantire l’accesso degli aiuti alle vittime del conflitto siano disposti nel più breve tempo possibile”, afferma da Bruxelles Manuel Sanchez-Montero, Direttore dell’impatto politico e delle relazioni istituzionali di Azione contro la Fame.
“Ribadiamo anche che non è solo questione di fondi, ma anche di parole. Abbiamo già visto come a stento si sia riusciti a coprire la metà dei fondi con cui ci si era impegnati a Londra. È fondamentale che gli impegni presi si materializzino per coprire le necessità di base come l’accesso all’acqua sicura, al cibo e ai mezzi di sussistenza,” Afferma Sanchez-Montero. “Inoltre gli Stati possono contribuire non solo con i fondi, ma anche con l’azione diplomatica per la causa umanitaria. Non dobbiamo dimenticare che le organizzazioni umanitarie non riescono a raggiungere regolarmente cinque milioni di siriani, soprattutto le 644.000 persone che sono intrappolate in città assediate.”
Azione contro la Fame lavora in Siria dal 2008 con programmi volti a fornire acqua e servizi igienico-sanitari, aiuti alimentari e mezzi di sostentamento.
Il nostro aiuto raggiunge 80.000 siriani in diverse regioni, comprese le zone inaccessibili Aleppo, Homs, Dera’a, l’area rurale di Damasco e Hassakeh.