La Repubblica Centrafricana sta sperimentando un nuovo periodo di grande violenza. Le famiglie, ancora una volta, stanno convivendo con la paura di un vasto conflitto appena qualche settimana prima della data scelta per le elezioni. Alcune organizzazioni internazionali non governative hanno subito minacce dirette e Azione contro la Fame è stata una di queste, subendo da allora razzie e saccheggi nei propri uffici.
Il 26 Settembre hanno avuto luogo violenti scontri nella capitale Bangui dopo la morte di un tassista in motocicletta, ucciso da individui non identificati la notte del Venerdì subito precedente. L’inasprirsi della violenza si è diffusa in tutta la nazione: da quel giorno attacchi e scontri a fuoco sono stati all’ordine del giorno e sono state innalzate barricate in varie strade, cosa che rende complicato poter lasciare le zone colpite.
Diverse persone sono state attaccate e linciate nelle strade. La tensione nella parte occidentale della nazione è alta e gli spostamenti della popolazione sono già stati osservati, in modo particolare nell’area di Bangui.
Gli uffici di alcune organizzazioni umanitarie sono stati oggetto di saccheggi, compresi quelli di Azione contro la Fame. Alexandre Le Cuziat, direttore regionale delle operazioni per l’Africa, ha detto: “A Bangui siamo stati vittime di saccheggi. I nostri uffici sono stati completamente vuotati e distrutti e le nostre scorte sono state rubate. Siamo preoccupati per il benessere di tutte le persone colpite da questa nuova ondata di violenza e per i beneficiari dei nostri programmi, specialmente i più deboli: i bambini e le famiglie di sfollati”.
Le minacce contro le organizzazioni umanitarie rappresentano un vero pericolo per 2,7 milioni di persone nella Repubblica Centrafricana che hanno bisogno di assistenza.
Nel 2014, lo staff di Azione contro la Fame ha fornito assistenza ad oltre 360.000 persone. I nostri programmi di risposta rapida mobile hanno raggiunto più di 117.000 beneficiari in aree remote, dove migliaia di persone hanno cercato rifugio dalla violenza. Circa 10.000 bambini sotto i 5 anni hanno potuto ricevere trattamenti contro la malnutrizione. Nella sola Bangui, più di 800 bambini sono stati ammessi ai trattamenti ogni mese dall’estate di quest’anno. Lo stop delle attività umanitarie significherebbe una tragedia per i civili.
“L’insicurezza che vivono gli operatori umanitari è un vero ostacolo per la distribuzione degli aiuti” dice Le Cuziat. “A causa della carenza di medicine, di cibo nutritivo terapeutico e della mancanza di sicurezza, non possiamo più garantire continuità al supporto delle strutture sanitarie”.
Azione contro la Fame opera con principi di imparzialità, neutralità e anti-discriminazione, intervenendo ogni giorno in zone e comunità identificate come vulnerabili e in stato di necessità di aiuto umanitario. Siamo presenti in Repubblica Centrafricane da 9 anni. Fin dalla crisi del 2013, i nostri programmi si sono adattati ad i nuovi bisogni lungo tutti i confini della nazione, ma anche per gli sfollati e i rifugiati centrafricani in Ciad ed in Camerun.