Al giorno d’oggi esiste una convinzione radicata nelle donne Badjao: leggere, scrivere e saper contare sono abilità necessarie.
Satra Akmad, una venditrice ambulante di 27 anni, solo qualche tempo fa non immaginava che sarebbe stata in grado di gestire una propria attività. “Non sapevo né leggere, né scrivere né contare – ci racconta – per firmare i documenti usavo le mie impronte digitali. Poi ho frequentato un corso di formazione per aiutarci nei nostri progetti personali”. Come le 120.000 persone sfollate a causa del conflitto, Akmad non riusciva più a sopravvivere solo con l’assistenza.
La possibilità di cambiare vita
“Se ci fossimo solo limitati ad aspettare gli aiuti, oggi saremmo in miseria. Così, quando ho sentito parlare di questo corso di formazione ho pensato: posso provare a imparare a scrivere, non è troppo tardi per me” ricorda Akmad. E così, dopo aver seguito il corso all’Università di Zamboanga, Akmad ha ricevuto 8.000 pesos filippini da Azione Contro la Fame, come parte del programma “Cash for work” (Soldi per lavorare, n.d.r.). Sei mesi più tardi, gestisce il suo negozio di alimentari.
Anche Utusayam ha un’esperienza simile: prima del 2013 “mi accontentavo di vendere frutta e verdura sul mercato, quando riuscivo a sfuggire alla polizia” ci racconta. Per lei, tutto è cambiato lo scorso agosto. “Siamo stati accettati al corso di formazione e abbiamo dovuto gestire una somma di denaro importante – 32.000 pesos filippini – per consolidare il nostro negozio”. Ma Utusayam ha dovuto come prima cosa imparare a scrivere il proprio nome, cosa che non aveva mai immaginato di fare. “Ogni volta che siamo stati arrestati come venditori ambulanti e che ci hanno confiscato i beni, tutto ciò che potevo fare era mettere le mie impronte digitali sui documenti”.
Strumenti per la vita
Akmad è una delle 1543 persone che abitano a “El Buggoc”, sito provvisorio a Barangay Santa Catalina. Utusayam invece vive con altre 4.636 persone a “Masepla 2”, nel villaggio di Mampang. Per entrambe il processo di apprendimento non è stato semplice. “Alcuni ridevano di me, della mia scrittura. Altri dicevano che ero troppo vecchia per imparare, ma io volevo vivere una vita migliore” ci ha confessato Utusayam.
Asikal Asiral, responsabile di “El Buggoc”, si assicura che ogni famiglia riceva 4.000 pesos filippini per assicurare la sicurezza alimetare e altri 8.000 per i mezzi di sussistenza.
Rosa May de Guzman, responsabile della comunicazione di Azione Contro la Fame nelle Filippine, ha dichiarato che le liste di persone di beneficiari degli aiuti sono stare elaborate in base al sostegno finanziario dell’Agenzia spagnola di cooperazione internazionale per lo sviluppo (AECID), il ministero del commercio e degli affari esteri in Canada e con la Commissione europea (ECHO). Inoltre, 13,2 milioni di pesos filippini sono stati investiti in progetti di sicurezza alimentare e di sussistenza per i residenti del sito.
L’aiuto non governativo
“Azione Contro la Fame ha intensificato i suoi programmi, con più di 1.000 famiglie di sfollati rialloggiati in differenti siti su tutto il territorio – commenta de Guzman – I programmi di trasferimento costituiscono una parte importante del lavoro di Azione Contro la Fame ed è un meccanismo di risposta alle emergenze riguardanti la sicurezza alimentare e i mezzi di sussistenza, la nutrizione e la salute, l’acqua e i servizi igienici”, aggiunge Suresh Murugesu, coordinatore tecnico di Azione Contro la Fame.
Utusayam è molto grata per l’aiuto ricevuto: “Penso di essere diventata una persona migliore. È molto difficile, ma stiamo imparando e voglio che anche i miei figli facciano altrettanto”.