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Obiettivo Fame Zero a rischio

2 Novembre 2017

Il 4 novembre si terrà “The Global Nutrition Summit 2017: Milan”,  il summit globale promosso dalla Presidenza Italiana del G7 per consolidare gli impegni presi sino ad ora, riflettere sui progressi verso gli obiettivi globali in materia di alimentazione e soprattutto accelerare la risposta globale alla malnutrizione.

Alla vigilia di questo evento globale, e con i dati che dicono che il numero di persone che vivono ancora in uno stato di insicurezza alimentare è recentemente cresciuto raggiungendo il numero di 815 milioni, uno studio condotto dall’Inter-Agency Regional Analysts Network (IARAN) e commissionato da Azione contro la Fame, valuta i possibili scenari nel corso dei prossimi 13 anni e indica che senza un significativo cambio di passo l’obiettivo Fame Zero nel 2030 non verrà raggiunto.

“I conflitti e la mancanza di rispetto del diritto umanitario internazionale sono chiaramente collegati alla diffusione dell’insicurezza alimentare a cui stiamo assistendo; e il crescente impatto del cambiamento climatico sta aggravando la crisi alimentare tra le comunità più povere e vulnerabili, minando gli sforzi attuali per combattere la fame,” dice Simone Garroni, Direttore di Azione contro la Fame Italia. 

Il nuovo rapporto dell’IARAN An Outlook on Hunger. A Scenario Analysis on the Drivers of Hunger Through 2030”delinea cinque scenari che rappresentano gli archetipi futuri, in base a come 9 cause determinanti della fame – disastri naturali, densità della popolazione, disuguaglianza economica, politiche di genere, politiche alimentari, energetiche e sui cambiamenti climatici, prezzi delle materie prime, politiche commerciali e potere d’acquisto – potrebbero svilupparsi nei prossimi anni.

“Gli scenari coprono una gamma di possibili traiettorie; se il più pessimista System Shock può risultare desolante, anche nel caso dei più rosei Rise of the Reste Strong and equitable growth l’obiettivo Fame Zero non verrebbe comunque pienamente raggiunto” spiega Tyler Rundel, IARAN Global Analyst. “Soprattutto è interessante considerare lo scenario Slow and Fragile Growth, che prevede di continuare sul trend attuale (business as usual) e ci avverte che, senza grandi cambiamenti, la fame sarà ancora un problema urgente per centinaia di milioni di persone nei decenni a venire”.

Oggi nel mondo una persona su tre soffre di malnutrizione, e per la maggior parte si tratta di donne e bambini: 209 milioni di bambini soffrono di malnutrizione acuta o cronica ma, nonostante le evidenze sull’impatto positivo dei programmi di nutrizione, gli investimenti attuali sono largamente insufficienti per rispettare gli impegni presi e raggiungere entro il 2030 gli obiettivi di sviluppo sostenibile e gli obiettivi globali nutrizionali approvati dalla World Health Assembly nel 2012.

Gli effetti combinati della crescita della popolazione, delle disugaglianze, dell’esclusione sociale, dei cambiamenti climatici e dei disastri naturali condizioneranno i progressi sul fronte della lotta alla fame, perché questi problemi non possono essere risolti entro il 2030. Solo un impegno congiunto e a lungo termine su questi fronti, unito ai benefici immediati di interventi sui determinanti della fame può generare risultati significativi e avvicinarci ad un mondo libero dalla fame.

Per questo Azione contro la Fame raccomanda sia ai donatori internazionali che ai governi dei Paesi in Via di Sviluppo di aumentare gli stanziamenti umanitari e a lungo termine e di sostenere stabilmente e con determinazione le coltivazioni su piccola scala e le strategie di mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici.

“The Global Nutrition Summit 2017: Milan” rappresenta quindi un momento fondamentale per invertire la tendenza prima che sia troppo tardi, garantire il raggiungimento dell’obiettivo Fame Zero entro il 2030 e, in definitiva, salvaguardare la vita di milioni di bambini che oggi soffrono di malnutrizione.

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