In meno di un mese si sospettano 17.000 casi di colera, e 209 persone sono già morte. Questa settimana è stato dichiarato lo stato di emergenza a Sana’a. Anche se l’epidemia è concentrata nella capitale, sono 18 i governatorati colpiti dalla recrudescenza della malattia.
“Siamo molto preoccupati,” avverte Erin Hutchinson, Direttore Paese in Yemen per Azione Contro la Fame, “il drammatico aumento del numero di casi sospetti ha sollevato timori di una catastrofe umanitaria nelle prossime settimane. Lo Yemen è a terra. È inutile dire che il Paese non può assorbire urti come questo. Il sistema sanitario yemenita è sull’orlo del collasso, come evidenziato da questa crisi. “
I PIU’ VULNERABILI SONO I BAMBINI MALNUTRITI
Azione Contro la Fame interviene nel governatorato di Hodeidah, dove si concentra il 28% dei bambini affetti da malnutrizione acuta grave del Paese. Estremamente indeboliti, hanno più probabilità di soccombere alla contrazione di malattie diarroiche. Dall’inizio di aprile, sono stati rilevati centinaia di nuovi casi di colera.
Già nel mese di novembre 2016, Azione Contro la Fame aveva risposto a un focolaio iniziale di colera aprendo un centro di trattamento di emergenza che ha trattato più di 10.000 persone.
“A gennaio e febbraio la situazione sembrava migliorare, il centro riceveva meno di 20 pazienti al giorno. Avevamo formato lo staff medico per diversi mesi, così ci siamo ritirati dal centro per permetterne la gestione alle autorità sanitarie yemenite, e abbiamo continuato con le nostre attività di prevenzione in città,” dice Erin Hutchinson. “Considerato questo ulteriore peggioramento, stiamo rafforzando le nostre attività nel centro e formiamo il personale medico per soddisfare l’aumento dei casi e assicurare il controllo sanitarioa livello locale. “
Oltre al centro di trattamento del colera, Azione Contro la Fame ha riaperto 11 punti per la reidratazione orale per supportare la cura dei casi meno drammatici.
Al di là della gestione del centro, le squadre conducono attività di prevenzione per limitare la contaminazione e la diffusione della malattia, tra cui sessioni di promozione dell’igiene nelle comunità, disinfezione dei pozzi con il cloro per eliminare i batteri, distribuzione di acqua potabile dai camion-cisterna per più di 27 000 persone e la distribuzione di kit per l’igiene contenenti compresse di trattamento delle acque.