El Niño è uno dei fenomeni metereologici più conosciuti ed è spesso associato alle anomalie climatiche in tutto il mondo. Gli episodi riconducibili a El Niño causano importanti fluttuazioni climatiche globali e influenzano le precipitazioni, provocando inondazioni, siccità e cicloni. I disastri provocati hanno spesso conseguenze molto gravi: vittime, danni alle proprietà e alle infrastrutture, insicurezza alimentare, epidemie e scarsità d’acqua. A causa di El Niño, si stima che tra il 1997 e il 1998 hanno perso la vita più di 24.000 persone e i danni ammontavano a quasi 30 miliardi di euro.
La siccità ha messo in discussione in particolar modo la sicurezza alimentare delle popolazioni colpite. La riduzione dell’intensità e della frequenza delle precipitazioni impedisce agli agricoltori di far crescere i raccolti e la mancanza d’acqua può portare spesso alla morte del bestiame. Di conseguenza, anche la disponibilità di cibo per le famiglie si riduce sempre di più, e molte arrivano a soffrire la fame.
A febbraio 2016, il governo etiope ha calcolato che 10 milioni di persone avevano bisogno urgentemente di aiuti alimentari. Queste cifre sono destinate a salire fino a 15 o 18 milioni nei prossimi mesi. Le riserve dello scorso anno sono esaurite e il raccolto è compromesso dalla siccità che continua a colpire il Paese.
Questa è la peggiore siccità del Paese da 50 anni.
L’Africa orientale è fortemente colpita dalla siccità, con quasi 14 milioni di persone che soffrono la fame secondo il World Food Programme. Sono stati colpiti anche molti Paesi nei quali lavora Azione contro la Fame, come il Sud Sudan, la Somalia, lo Gibuti, lo Zimbabwe e il Madagascar. Parallelamente, le inondazioni hanno devastato migliaia di ettari di colture in Africa occidentale e in Kenya o hanno paralizzato la città di Chennai, in India, per diverse settimane.